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Chi l’ha visto: Paulo Dybala

Nonostante il 100esimo gol in maglia Juve, la stagione del numero 10 è stata quanto mai anonima

Chi l’ha visto Paulo Dybala? Negli ultimi tre giorni, tutti. Prima gli ottimi ultimi 11’ contro il Milan, poi il 100esimo gol in bianconero contro il Sassuolo. Contro i rossoneri, il numero 10 entra al posto di Chiesa al 79’ e tira 3 volte verso la porta. Più di quanto tutti i suoi compagni messi insieme (CR7 compreso) avevano fatto durante l’intera partita. Contro i neroverdi, 2 tiri in porta ed un gol, uno “scavato” col piede debole. Chissà se, con l’argentino a pieno regime, lo status ed il destino della Juventus (e di Andrea Pirlo) sarebbero stato differenti.

La stagione di Paulo Dybala

Riavvolgiamo velocemente il nastro. Estate 2019: Dybala allo United, Lukaku alla Juve. C’è l’accordo, come rivelerà mesi più tardi l’agente del belga. Ma la Joya punta i piedi, Paulo vuole restare a Torino. Così Lukaku va all’Inter: la storia recente è nota (noi qui la abbiamo approfondita). Estate 2020: sulla panchina bianconera arriva Andrea Pirlo. “Higuain parte, Dybala fa parte del progetto” le prime parole del tecnico. Ma dopo la buona stagione con Sarri (11 gol e 11 assist in 33 presenze in Serie A), l’argentino non si ripete: per lui 19 apparizioni in questo campionato, condite da 4 gol e 2 assist. Troppo poco se sei il numero 10 della Juventus.  

L’annata della Joya è partita in salita: problema alla coscia e due panchine. Da quando torna in campo, nel quarto impegno contro il Verona (1-1 all’Allianz), per lasciare il segno impiega 6 partite (gol nel 3-1 in casa del Genoa). Poi, dopo un lieve affaticamento, vive il suo miglior momento stagionale: gol contro l’Udinesedue assist contro il Milan, esattamente un girone e una partita fa. Poi il calvario: infortunio al legamento collaterale mediale, ben 12 gare saltate. Nel frattempo Morata esplode e si perde il posto accanto all’intoccabile CR7. Ma Paulo non molla: recupera, torna, subentra e segna contro il Napoli. Era l’ultimo guizzo della Joya, che prima del match del Mapei non era più comparso sui tabellini. Nonostante non avesse mai smesso di lottare come un leone.

I numeri di Paulo Dybala

I numeri dicono che Dybala tira verso la porta 3.79 volte P90. Tra coloro che hanno almeno 15 presenze in Serie A, solo in otto cercano la porta più di lui. Paulo completa 2.07 dribbling e realizza 43.58 passaggi corretti ogni match (secondo solo a Lorenzo Insigne tra gli attaccanti). Per passaggi chiave è la sesta punta del torneo (2.41, dopo Ilicic, Verdi, Muriel, Sanchez e Petagna). Un vero e proprio apriscatole: il numero 10 bianconero sarebbe stato il regista offensivo della squadra e avrebbe rappresentato quella soluzione che è davvero mancata alla squadra di Pirlo negli ultimi venti metri, spesso “intasati” e che hanno costretto CR7 e compagni ad attaccare, spesso futilmente e senza reali alternative, dalle corsie laterali con tanti spioventi – e poche pretese –. Ma non soltanto play avanzato: Paulo sa farsi notare anche in zona-gol grazie ad i suoi strappi, piatto forte della casa, proprio come ha dimostrato nelle ultime apparizioni contro Milan e Sassuolo. La Joya ha voglia di incidere e di tornare ai suoi livelli.

Se avesse giocato

Sembra scontato dire che il minutaggio stagionale di Dybala (1045’, il 32% del totale) è stato drasticamente ridotto dagli infortuni. Meno ovvio è sostenere che, nelle idee di Pirlo, Paulo avrebbe giochato eccome: nelle sue 19 presenze, la Joya è partito titolare 13 volte. “Cercare di fare certe cose con certi tipi di calciatori è più difficile, ma abbiamo questi calciatori a disposizione ed è giusto lavorare con loro“. Chissà se nelle parole di Pirlo post-Milan c’era anche un riferimento alla lunga assenza del suo numero 10, che quando è stato chiamato in causa ha sempre portato a casa buoni numeri. La stagione storta della Juventus di Andrea Pirlo, creatura tuttora incompleta e incompiuta sia tatticamente che tecnicamente, è dipesa forse più dall’assenza di Dybala che dalla presenza di sua maestà CR7, grande finalizzatore ma anche (inevitabile) “catalizzatore” della manovra offensiva bianconera. Chissà se, con l’argentino a pieno regime, lo status ed il destino della Juventus (e di Andrea Pirlo) sarebbero stati differenti…

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