Atalanta, chi può sostituire il Papu Gomez?
La rottura tra il capitano nerazzurro e Gasperini sembra insanabile, portando il #10 dell’Atalanta vicino all’addio a Gennaio. Scopriamo le alternative all’interno della rosa.
Matteo Pessina
Abbiamo scritto spesso negli ultimi tempi di Pessina, che da oggetto misterioso si è preso le luci della ribalta diventando un titolare nell’11 tipo del Gasp; presente ad Anfield e contro l’Ajax, il giovane italiano è diventato l’equilibratore di un sistema frenetico come quello atalantino, risultando imprescindibile per una squadra che stava imbarcando acqua.
Con l’addio del Papu, l’unico giocatore che ha il posto più sicuro davanti è Duvan Zapata, liberando due spazi ai suoi fianchi; occupandoci di quello che era del Papu Gomez, Pessina potrebbe prenderselo per permettere a Gasperini di schierare un attacco pesante e meno dedito alla fase difensiva, ad esempio schierando Muriel oppure Ilicic al fianco di Duvan Zapata.
A differenza di Papu, Pessina non ha lo spunto bruciante o la castagna improvvisa, ma può permettere con la sua intelligenza tattica a vari altri giocatori di inserirsi negli spazi liberati dai suoi movimenti, risultando un ottimo complemento per il centrocampo atalantino.
Ruslan Malinovskyi
L’ucraino è stato finora il sostituto naturale del Papu, trovando meno spazio rispetto al finale di stagione scorso, dove si era preso spesso la maglia da titolare con prestazioni mozzafiato; mancino naturale, un tiro impressionante per forza e precisione, Malinovskyi è un mortaio ambulante.
Anche lui, come Pessina, può prendersi lo spazio alle spalle delle punte, combinando con Ilicic (nonostante spesso calpestino zone di campo simili, sul centro-destra), e soprattutto sfruttando le sponde di Zapata per liberare il suo sinistro al fulmicotone; a differenza di Pessina stesso, l’ucraino è un giocatore meno attento alla fase difensiva, ma in grado di garantire un alto livello di imprevedibilità alla manovra, essendo un trequartista bravo a trovare filtranti e palloni sopra la difesa.
Aleksej Miranchuk
Oggetto misterioso di questo inizio campionato a causa di un infortunio e della positività al coronavirus, Miranchuk è comunque stato in grado di mostrarci di cosa è capace; due tiri nello specchio e due gol, di cui uno fondamentale per agguantare un pareggio contro l’Inter.
Il russo è stato preso per prendere il posto di Ilicic nel caso in cui lo sloveno non fosse riuscito a rientrare in rosa, dimostrandosi un giocatore simile ma non la sua copia carbone; Miranchuk è infatti un classico mancino che ama giocare sul centro-destra e convergere verso il centro per calciare con il suo piede preferito; è quindi possibile vederlo come trequartista dietro due punte? Forse no, e l’Atalanta dovrebbe tornare al 3-4-2-1, mettendo Miranchuk a fianco di uno tra Malinovskyi, Pessina (comunque tutti e due mancini), o Pasalic, quando rientrerà dai suoi problemi fisici. Questaalternativa è più difficile da vedere nel breve periodo e più facile eventualmente nel lungo.
Mario Pasalic
A proposito di alternative nel lungo periodo, Pasalic si opera e rientrerà a febbraio inoltrato, a causa di una fastidiosa pubalgia, ma ciò non toglie che potrebbe essere un’ottima opzione per la Dea come trequartista, al suo rientro. Attaccante ombra per eccellenza, Pasalic è un maestro degli spazi, e garantirebbe all’Atalanta una verticalità e una capacità negli inserimenti in area che mancava anche con il Papu Gomez in campo; certo, di contro verrebbero chieste altre responsabilità creative al centrocampo e all’attaccante di destra (Ilicic, Miranchuk, Muriel), ma la pericolosità offensiva potrebbe alzarsi.
Come cambierà a livello tattico l’Atalanta
Trattandosi per lo più di giocatori mancini (tutti tranne Pasalic), probabilmente il lato forte bergamasco non sarà più il sinistro (dove la catena Gosens-Freuler-Gomez-Zapata era praticamente inarrestabile), ma il destro, dove il sovraccarico Hateboer-Ilicic-Malinovskyi-De Roon, con gli inserimenti di Toloi (facendo un esempio con Malinovskyi ed Ilicic in campo), potrebbe diventare difficile da difendere, grazie all’ottima miscela di fisico e tecnica cristallina, per poi sprigionare tutta la potenza offensiva atalantina sul lato debole, con gli inserimenti di Gosens e Zapata.
Con l’addio del Papu si chiude un’era per la Dea, la sfida per il Gasp sarà mantenere gli standard alti nonostante la cessione dell’uomo simbolo.