Quella di Kosta Runjaić non è la solita Udinese
A dieci giornate dalla fine i friulani sono quasi matematicamente salvi e sembrano aver trovato il proprio sistema di gioco.

Si potrebbe obiettare che la posizione di metà classifica, lontana dall’Europa e dalla zona retrocessione, sia la definizione stessa di Udinese: quella squadra che per qualche ragione “non è mai facile da battere”. A giudicare dai dati, l’Udinese di Kosta Runjaić non sembra poi tanto diversa. Soprattutto se si considerano i 10 gol su calcio piazzato (il 28.57% dei 35 segnati) e le 9 reti di testa (la terza forza del campionato).
Non è un caso che – potendo contare su almeno 11 giocatori di movimento sopra 1.85m – i bianconeri basino la propria pericolosità sulle palle alte: 397 cross effettuati (13 in meno dell’Inter), 101 precisi, la quarta percentuale più alta. Come i popoli barbari del primo millennio, l’Udinese di Runjaić terrorizza i territori dell’Impero attraverso incursioni fisico-strategiche (3a per palloni intercettati, 234), saccheggiando punti a chi potrebbe averne più bisogno.
E nonostante le razzie friulane lascino troppo spesso spazio al contrattacco nemico – il 69.62% dei tiri subiti avviene all’interno dell’area, così come il 92.11% dei 38 gol incassati (7 rigori) – l’Udinese è già praticamente salva. Se il risultato non vi entusiasma, pensate che lo scorso anno, oggi, i bianconeri rantolavano al tredicesimo posto con 27 punti, ad appena 3 lunghezze dalla zona retrocessione. Kosta Runjaić allenava il Legia Varsavia.
Bianconeri che, senza più Samardžić, Nehuén e Pereyra, avevano accumulato 10 punti dopo 5 partite e che ora – dopo un lungo periodo di assestamento – sembrano aver trovato il proprio sistema di gioco in una specie di 4-2-2-2. Un sistema malleabile che produce un blocco centrale denso (con Lovrić e Karlström) e qualitativo (con Ekkelenkamp e Atta) che lascia Thauvin libero d’inventare: così sono arrivati gli ultimi 6 risultati utili consecutivi. E anche la gestione del caso Lucca – esploso e riassorbito senza allarmismi – racconta di un ambiente sereno, gestito con saggezza dal condottiero Kosta, le cui invasioni, chissà, potrebbero presto ambire a raggiungere l’Europa.