Nessuno segna quanto la Lazio negli ultimi 15′ di gara
Un’altra sfaccettatura della squadra di Baroni, che spesso va a segno nell’ultimo quarto d’ora

Ancora una vittoria pesantissima della Lazio di Baroni, arrivata di nuovo negli ultimi minuti. Anzi in questo caso all’ultimo respiro. È vero, sull’assegnazione del rigore si può discutere. Ma resta il grandissimo primo tempo dei biancocelesti e la voglia di reagire e affondare un Milan ferito, che con le ultime forze era riuscito a sferrare una zampata. Da San Siro i capitolini escono con tre punti e la consapevolezza di essere pienamente in corsa per la Champions League. Sono solo due le lunghezze che la separano dalla Juventus quarta (quest’anno probabilmente il quinto posto non basterà, a meno di miracoli delle italiane rimaste in Europa).
E da questa gara arriva anche la conferma che per la Lazio gli ultimi 15′ sono un tema. Gli aquilotti mantengono sempre un buon ritmo nel finale di gara, tanto che spesso riescono a punire l’avversario a pochi minuti dallo scadere. Sono ben 18 le reti messe a segno dopo il 75′ dalla formazione di Baroni. Gol importanti, che certificano come la squadra riesca a rimanere in partita fisicamente e mentalmente fino alla fine e che spesso valgono punti pesanti.

Undici punti fatti dal 75′ in poi
Delle 18 marcature messe a segno nell’ultimo quarto d’ora più recupero la prima risale alla prima giornata. Una rete tutto sommato inutile, ossia l’autorete a favore di Altare che ha fissato il risultato finale contro il Venezia sul 3-1. Non si può dire però lo stesso di quelle contro Empoli, Cagliari, Napoli e Lecce, valse in tutto ben otto punti. Un bottino importante, raccolto quando gli avversari rischiano di calare fisicamente e uscire dalla partita. Le ultime due, contro Napoli (Dia all’87’) e Milan, sono altrettanto pesanti. Altri due morsi nel momento topico del match e altri tre punti complessivi recuperati.
Protagonista assoluto il 37enne (va per i 38) Pedro, che di questi 17 timbri post-75′ ne ha messi a segno quattro. È vero che spesso entra dalla panchina, ma la sua grandezza è anche quella di sapersi gestire e restituire alla squadra la propria miglior versione, anche se per un periodo più breve. Subentrando risulta più fresco degli altri, ma ha sempre poco tempo per incidere. Eppure lo fa con continuità e con grande qualità. Come diceva qualcuno che più o meno era relegato allo stesso compito, «i campioni sono così, amigo».