Drissa Camara si è preso la scena contro il Venezia

In un Parma che sembra aver perso il suo smalto migliore, emerge tutta la brillantezza di Drissa Camara, per distacco il migliore dei suoi

Drissa Camara in maglia Parma

Entra a inizio ripresa e cambia la partita: si avventa su tutti i palloni, salta l’uomo, si guadagna il rigore del pareggio ed è lui, insieme a Hernani, a produrre i maggiori sussulti del Parma, chiamando più volte Stankovic all’intervento. In un Parma che sembra aver perso il suo smalto migliore, emerge tutta la brillantezza di Drissa Camara, per distacco il migliore dei suoi.


Intervallo di Parma-Venezia, 0-1. Pecchia sostituisce l’appannato Mandela Keita – macchiatosi del fallo da rigore – e inserisce Drissa Camara. Sarà proprio l’ivoriano la scialuppa di salvataggio a cui si aggrapperanno i crociati per evitare la sconfitta nello scontro salvezza. Il classe ‘02 entra e mette in campo tutto ciò che serve a una squadra spenta per riagguanatre il risultato: dinamismo, intraprendenza e un pizzico di malizia, con cui capta l’indecisione dell’ingenuo Candela procurandosi il rigore dell’1-1. Un centrocampista atipico, sicuramente più proiettato a offendere, che fa della creatività e dell’uno contro uno i suoi punti di forza: in soli 45’ ha completato 6 dribbling (gli stessi di Morata e Gudmundsson nell’intera stagione).

Dal suo ingresso, un Parma bloccato e privo di idee ha triplicato la sua produzione offensiva: è stato lui stesso a farsi carico delle operazioni, minacciando per 3 volte la porta del solito Stankovic, che al 91’ è costretto a superarsi per neutralizzare la sua bordata dal limite. In una squadra che vive di folate e transizioni offensive ma che si regge su equilibri estremamente friabili, tra i mal di pancia di Man, la sterilità dei trequartisti e l’inconsistenza dei centrocampisti, Drissa Camara reclama a gran voce lo spazio che meriterebbe.

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