Tante opzioni, poche soluzioni: l’Inter non è ancora completa
La sconfitta in Supercoppa è soltanto la punta dell’iceberg: la squadra di Inzaghi è forte, ma decisamente migliorabile.
Era il 23 aprile 2024. Poche ore dopo la vittoria del ventesimo scudetto, ai microfoni di Pressing, Ausilio rispondeva a una domanda sul mercato estivo con un’altra domanda: «Se ti dico che il mercato è finito ci credi?» C’era da crederci. La rosa veniva considerata completa con l’acquisto a parametro zero di Zieliński e Taremi, l’aggiunta di Martínez e, in extremis, del giovane Palacios. Nessuna cessione illustre, ma un po’ di presunzione. Magari, dopo la Supercoppa, Ausilio avrà capito che quel mercato sarebbe stato meglio proseguirlo. Perché l’Inter ha sì un organico lungo e forte, ma con evidenti defezioni per arrivare in fondo a tre – o quattro, o cinque – competizioni.
La più evidente riguarda la mancanza di un vice Calhanoglu: Asllani, arrivato come riserva di Brozović (!) non rappresenta un’alternativa credibile, e non è solo questione di continuità (in 501 minuti giocati ha perso 17 possessi). Per non parlare del reparto offensivo, che senza Thuram perde esplosività, presenza fisica e pericolosità in campo aperto. Né Taremi né Arnautović né Correa hanno le caratteristiche del francese, l’unico in grado di spostare gli equilibri. Quasi inspiegabile, poi, la situazione del centrale difensivo: Acerbi (37 anni a febbraio) non poteva chiaramente garantire nove mesi di continuità e De Vrij (presto trentatreenne) sta facendo gli straordinari (anche a livello di prestazioni).
Mettiamoci pure il caso Frattesi, presenza spesso determinante in chiave offensiva ma quasi nulla in fase di impostazione, con gravi amnesie a livello di marcatura. Per quanto dinamico, non si può considerare un titolare alla pari di Barella. Infine, ancora non si capisce chi sia il sostituto di Dumfries: forse Buchanan, ancora lontano dalle rotazioni di Inzaghi; sicuramente non Darmian. Piero, se ti dico che qualche acquisto potrebbe ancora migliorare la rosa, ci credi?