La sterilità offensiva della Juventus in una statistica
I difensori bianconeri sono i giocatori. con più tocchi di palla, ma cercano poco la verticalità
Non sarà un 4-0 al Cagliari in Coppa Italia a scacciare i fantasmi. Una Juventus che passa dalle stelle — battere il Manchester City e rilanciarsi in Champions — alle stalle — rischiare di perdere in casa contro il Venezia ultimo — è certamente una Juventus che sta ancora cercando di trovare sé stessa. I risultati talvolta arrivano e talvolta no. Lo stesso vale per le prestazioni, anch’esse altalenanti. E nelle ultime partite di campionato si sta sgretolando anche l’unica grande certezza, la solidità in fase difensiva.
Ovviamente Thiago Motta ha bisogno di tempo e ha bisogno di tutti, ma in un ambiente abituato a standard elevati come quello bianconero tutto ciò passa in secondo piano. È chiaro, però, che pian piano l’ex mister del Bologna stia provando a plasmare la sua Juve. Più possesso, più controllo e tanta pazienza. Questo si vede, ma ancora manca qualche tassello fondamentale in fase di rifinitura e finalizzazione. I bianconeri sono primi per possesso palla (61,2% in media), ma solo sesti per grandi occasioni create (35, undici in meno del Cagliari). Indubbiamente c’è qualcosa che non va.
Tanti tocchi, poca concretezza
La poca pericolosità della Juventus si riassume in un dato abbastanza emblematico: Danilo (98,7), Bremer (97) e Kalulu (96,6) sono i tre giocatori con più tocchi p90 delle prime 16 giornate di Serie A tra coloro che hanno disputato almeno 300′. Cosa vuol dire questo? Da un rovescio della medaglia che i bianconeri tengono il baricentro alto e il pallino del gioco. Dall’altro che faticano a giocare tra le linee. Ad esempio anche l’Inter tocca molti palloni con i centrali (Bastoni è 6º, Acerbi 9º), ma lo fa soprattutto con il suo regista Hakan Calhanoglu (5º). Il turco (91,9) gioca meno palloni dei centrali della Juve (in media 97,44), ma a differenza di questi ultimi lo fa in modo molto più efficace (il 65,3% sono diretti in avanti).
Danilo (46,5%), Bremer (30,4%) e Kalulu (32,6%), invece, per forza di cose, dirigono meno passaggi verso l’ultimo terzo di campo e sono costretti a giocare più all’indietro o in orizzontale. Lo stesso Bastoni (sesto per tocchi p90 appena dietro Calha), che chiaramente gioca in un ruolo leggermente diverso ai centrali bianconeri, cerca molto più spesso la verticalità, il 50% delle volte. Insomma la Juventus sta cercando la sua nuova identità, ma deve ancora trovare il modo di sfruttare al meglio la superiorità che crea.