Gasp ha dimenticato Brescianini?

Dalla doppietta all’esordio alla panchina: l’ex Frosinone non riesce a imporsi da titolare

Gian Piero Gasperini allenatore Atalanta

In questa stagione l’Atalanta sta volando più che mai e in un mare di statistiche esaltanti ce n’è una, piuttosto particolare, che balza all’occhio. La Dea è la squadra che cambia di meno: solo 16 i giocatori di movimento utilizzati da titolari in campionato. Mister Gasperini cambia di meno rispetto alle passate stagioni, ha più certezze. L’ottimo momento, forse, lo sta inducendo a lavorare di più sul blocco dei fedelissimi, che sembra sempre più consolidato.

A farne le spese, però, in questo caso sono le ottime seconde linee che l’Atalanta ha inserito in estate. Mai titolari in Serie A né Cuadrado né Zaniolo. Appena due volte Samardzic (prelevato in prestito con obbligo di riscatto a 20 milioni più bonus) e solo quattro Brescianini. Arrivato a Bergamo con la stessa formula (acquisto obbligatorio fissato 10 milioni) e strappato al Napoli in extremis, l’ex Frosinone aveva avuto un grande impatto con il mondo orobico ma ora sta facendo fatica a entrare nelle rotazioni di Gasperini.

Marco Brescianini in maglia Atalanta

Il percorso di Brescianini con la Dea

Aveva già fatto le visite mediche con il Napoli, poi il dietrofront e l’approdo all’Atalanta. È stato piuttosto travagliato il ferragosto di Brescianini, che però è stato lanciato subito da Gasp. Meno di 72 ore dopo la firma era già titolare contro il Lecce. Nonostante i pochi allenamenti con i nuovi compagni, il classe 2000 si mette subito in mostra: doppietta al Via del Mare. Dopodiché di nuovo in campo dal 1′ contro Torino e Inter, contro le quali arrivano due sconfitte.

Nel frattempo rientra il caso Lookman, fuori dai convocati per le prime due partite per motivi di mercato. E allora contro la Fiorentina titolare c’è lui e al suo fianco Charles De Ketelaere, a supporto di Retegui. Il risultato? Tutto il tridente in gol. La settimana dopo, però, si rivede Brescianini dall’inizio contro il Bologna. Quella del 28 settembre, però, è l’ultima volta che Gasperini lo ha schierato dal 1′ in campionato. In seguito tre subentri e una titolarità in Champions League contro lo Young Boys.

Charles De Ketelaere

Ci sarà spazio per Brescianini?

L’idea del tecnico nerazzurro sembra chiara. Più continuità nella scelta degli undici e meno rotazioni. Le due maglie dietro Retegui, che se c’è è insostituibile, al momento sono occupate. Se sta bene Lookman (14º al Pallone d’Oro, ricordiamolo) è un profilo indispensabile e unico nella rosa della Dea, per la sua imprevedibilità e la sua capacità di creare superiorità numerica. A questo punto Brescianini dovrebbe puntare a competere con CDK, che però non ha intenzione di cedere il posto. Il belga è un’arma in più e i dati lo confermano. Calcia di più (18 tiri contro 9), salta di più l’uomo (38 dribbling tentativi a 9) e crea di più (23 passaggi chiave a 4).

Il confronto è quasi impietoso, ma è anche vero che De Ketelaere ha giocato di più. Sono 864 i minuti giocati dall’ex Milan in Serie A, 461 quelli dell’ex Frosinone. Anche in media, però, il belga spicca di più, in particolare nella rifinitura. Il belga vanta 2.40 passaggi chiave p90, l’italiano 0.78. Oltre a 6.67 passaggi progressivi p90 contro 2.94 e soprattutto 5 assist (0.52 a partita) a 0. È difficile scalzare anche i mediani De Roon ed Ederson (e Pasalic). Dunque, per ora, forse deve solo aspettare e accontentarsi di un ruolo da comprimario. Con le tante competizioni comunque giocherà e prima o poi la cura Gasperini avrà un effetto rivitalizzante anche su di lui.

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