Non esonerate Eusebio Di Francesco
Domenica, l’allenatore del Venezia si gioca l’ennesima panchina, ma forse avrebbe avuto bisogno di un po’ più di tempo (e un po’ più di fortuna).
Venezia-Como sarà il più classico dei “dentro o fuori”. A meno di una vittoria, l’esperienza lagunare di Eusebio Di Francesco potrebbe volgere al termine, vittima di risultati negativi che poco rispecchiano il lavoro del tecnico. Sta diventando quasi una persecuzione, il caso più evidente di semina senza raccolta. Lo si era capito dalla scorsa stagione, col Frosinone retrocesso all’ultima giornata nonostante un buon gioco verticale e tante transizioni positive.
Lo dicono i numeri: 1,86m/s di progressione media in possesso di palla e 59 recuperi alti che hanno portato al tiro (solo il Napoli ne ha contati di più). Numeri che, impietosamente, si sono riproposti nel corso della stagione attuale. Basti pensare alle partite in casa con Parma (persa per 2 a 1 nonostante gli ospiti avessero accumulato appena 0,95xG – il Venezia 1,30) e soprattutto Lecce (2,88xG contro i miseri 0,62 dei salentini, risultato: 0-1). Una striscia sfortunata che permea un po’ tutta la carriera del DiFra: da Sassuolo – che lo cacciò nel gennaio 2014 con una media punti di 1,61 per poi richiamarlo un mese più tardi – agli esoneri con Sampdoria, Cagliari e Verona.
Per evitarne un altro, dovrà sperare che, domenica, la fortuna non gli volti di nuovo le spalle: magari cominciando col ridurre gli errori individuali, come i rigori ingenui provocati da Idzes e Haps contro il Bologna. Oppure, semplicemente, concretizzando le occasioni create: sono appena 11 le reti segnate, nonostante 18,08xG (ma quelle subite sono praticamente in linea, 25 a fronte di 24,61xG). Si può migliorare, e augurarsi una sorte più benevola.