L’Inter giovane c’è ma non è sul prato di San Siro
Mister Inzaghi non sembra proiettato al futuro: gli esperti giocano, i giovani rimpinguano le casse del club
L’Inter di Inzaghi è un progetto avviato, chiaro, serio, vincente e condiviso. Già sono arrivati i trofei e ce ne sono altri nel mirino. C’è il bel gioco, il dominio — a tratti depauperato —, la crescita dei singoli e anche una buona dose di rispetto a livello continentale. Una cosa però manca in questo calderone di ottimi traguardi: i giovani.
L’Inter è la squadra più anziana della Serie A. Nelle prime 13 giornate l’età media per partita è di 30 anni esatti. Le prime undici formazioni titolari più anziane sono tutte nerazzurre. Al secondo posto per età media c’è il Napoli, quasi due anni più giovane (28,3). Non tutte le grandi però puntano sull’esperienza. Juventus e Milan, ad esempio, sono tra gli undici più giovani. Lo stesso dato si riflette in Champions League con Inzaghi che ha schierato quattro delle sei formazioni più anziane della competizione. Eppure i giovani ad Appiano ci sono, ma l’Inter li vende.
La strategia è chiara: Inzaghi vuole esperienza
Non si può negare che Inzaghi dalla sua abbia i risultati. Sei trofei nazionali, tra cui uno Scudetto, e una finale di Champions League. Tutto questo è stato conquistato con calciatori fatti e finiti. Spiccano, tra tutti, Acerbi (36) e Mkhitaryan (35), parametri zero di Marotta rivitalizzati dal Demone di Piacenza. I “giovani”, si fa per dire, sono giocatori come Bastoni, oggi venticinquenne, ma maturato già con Antonio Conte. I vari Bisseck e Asllani, comunque acquistati con varie presenze tra i professionisti, sono cresciuti sotto Inzaghi, ma ancora non hanno conquistato i ranghi da titolari fissi.
In questi anni, però, l’Inter i giovani li ha prodotti. Non adoperandoli in campo, li ha utilizzati per monetizzare. Tra questi Di Gregorio, venduto per 6 milioni al Monza, oggi prima scelta per la porta della Juventus. Ma anche Fabbian, passato per 5.37 milioni al Bologna. Per lui 6 gol in poco più di un anno, ma i nerazzurri potrebbero ricomprarlo per 12 milioni in estate. Poi ci sono Pinamonti, Oristanio e Agoumé, titolari rispettivamente di Genoa, Venezia e Siviglia, ceduti per un totale di 28 milioni. Infine Casadei, andato al Chelsea per 14.86 milioni più 5 di bonus, senza riuscire a imporsi.
Da sottolineare anche i prestiti come Carboni (sfortunato e infortunato al Marsiglia), Stankovic (numero 1 del Venezia), Akinsamiro (627′ alla Sampdoria) e i fratelli Esposito (Sebastiano in A all’Empoli e Francesco Pio in B allo Spezia). Neanche per loro c’era spazio, troppi pochi i punti XP per meritarsi l’attenzione dello staff della prima squadra.
I talenti nerazzurri: futuri titolari o future plusvalenze?
Eppure l’Acadamy dell’Inter continua a essere tra le migliori. Sebbene non sia ancora stata fondata la squadra U23 (è work in progress), la formazione Primavera ha chiuso in prima posizione la regular season dell’ultimo campionato, venendo poi eliminata in semifinale. E sta andando a gonfie vele in Youth League: è prima a punteggio pieno. Ci sono alcuni profili di cui si dice un gran bene: spiccano la mezzala Thomas Berenbruch e le punte Mattia Mosconi e Matteo Lavelli. Mai in campo con i grandi, piuttosto spazio ad Arnautovic, classe 1989, e viene riesumato (con ragione, a dirla tutta) il Tucu Correa, classe 1994.
In estate sono anche arrivati dei giovanissimi dal mercato, alcuni dei quali pagati. Luka Topalovic è stato prelevato per 850mila euro, Alex Perez in prestito con diritto di riscatto (700mila euro) e Thiago Romano a parametro zero. Ma questi prospetti esordiranno nell’Inter del presente o in quella del prossimo futuro? Per il momento sembra difficile che trovino spazio. Il Milan sta lanciando Camarda, la Juventus Yildiz e compagnia bella. I nerazzurri tentennano, sui giovani sono più timidi. Fa specie come i prodotti del vivaio ora tra i senior siano solo tre: Radu, Di Gennaro, rispettivamente terzo e quarto portiere, e Dimarco (1997), l’unico a calcare il campo con regolarità.
L’obiettivo è vincere adesso e per farlo Inzaghi in campo vuole i più esperti. La conferma, ad esempio, arriva dal mercato. Un anno fa out Bellanova (ora in pianta stabile all’Atalanta), in Cuadrado. Questa estate 21,5 milioni spesi per Josep Martinez (1998) e Tomás Palacios (2003), che insieme accumulano 9′ stagionali. In porta è saldo il posto del 35enne Sommer, sul centro-sinistra non c’è spazio per il difensore argentino (che a gennaio potrebbe già partire). Piuttosto si adatta il destrorso Bisseck. In realtà, Oaktree sembrerebbe volere maggiore proiezione al futuro: in estate no ai profili di Hermoso e Ricardo Rodriguez (avvallati da Inzaghi). Ma la linea, per ora, è chiara. I giovani, quindi, aspettano e se c’è l’offerta giusta partono.