Retegui può vincere la classifica marcatori?

L’attaccante della Dea è il capocannoniere provvisorio della Serie A: è il frutto di una evidente crescita qualitativa. E deve ancora migliorare.

Mateo Retegui in maglia Atalanta

Nella morìa di attaccanti da più di venti gol che ormai da qualche anno falcidia gli Azzurri e, più in generale, la Serie A (solo Lautaro si è ripetuto nelle ultime tre stagioni), Mateo Retegui ha riacceso un lume di speranza. Inseritosi splendidamente nella cornice atalantina, sembra aver trovato un’irrefrenabile continuità realizzativa come terminale offensivo: tra club e nazionale sono 6 gol nelle ultime 4 partite, 10 da inizio stagione.

Ma non si tratta solo di istinto, Retegui è migliorato esponenzialmente come punto di riferimento avanzato, capace tanto di dialogare coi reparti vicini quanto di dettare la profondità e mantenere il possesso del pallone anche se isolato. È una crescita qualitativa oltre che quantitativa. Basti pensare al soffice scavetto su Stanković o all’assist per Éderson contro il Genoa. Insomma, quel divario tecnico che sembrava limitarne l’efficacia sembra che si stia affievolendo.

Ma può ancora migliorare: in campionato, su 28 tiri (3.5 a partita), sono 11 quelli nello specchio (quasi il 40%). L’elevata cifra legata agli xG (6.63), però, racconta di un centravanti amarcord, capace di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Si vedano i primi due gol contro il Grifone o le tre incornate vincenti contro Lecce, Torino e Fiorentina. Senza dimenticare che dei 4 rigori a favore della Dea quest’anno, 3 sono stati battuti dall’italo-argentino (a Torino non era più in campo).

In Serie A, Retegui segna ogni 68 minuti (1.32 p90, solo un calciatore fa meglio) ma la percentuale realizzativa dice 29%: nel gioco storicamente iper-produttivo di Gasperini – considerando anche il ruolo di rigorista – potremmo avere ritrovato un finalizzatore da più di 20 gol.

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