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Antonio Conte: il regno del Napoli inizia con una brutta sconfitta

Il nuovo allenatore del Napoli, Antonio Conte, non può fare grandi promesse dopo la sconfitta per 3-0 contro il Verona. La squadra deve affrontare molti cambiamenti

Se il quattro volte vincitore dello scudetto avesse dovuto curare i mali del Napoli, la sconfitta per 3-0 contro il Verona ha subito cancellato l’idea.

Antonio Conte è pronto a dare l’esempio. Alla domanda su cosa i tifosi potessero aspettarsi dal Napoli in questa stagione, durante la sua presentazione ufficiale come manager a giugno, ha promesso che la squadra avrebbe avuto “una faccia incazzata”.

Mi aspettavo di trovare una situazione migliore. Pensavo che ci sarebbero state delle sorprese positive [per affrontare le sfide], ma ho fatto fatica a trovarne

Antonio Conte

Un certo desiderio di temperare le aspettative era comprensibile. La nomina di Conte ha portato un’immediata ventata di ottimismo a un club che veniva da una delle peggiori difese del titolo di sempre. Campione della Serie A nel 2022-23, il Napoli è precipitato al 10° posto la scorsa stagione, finendo a 41 punti dall’Internazionale che l’ha spodestato.

Cambio di rotta necessario

È stato fin troppo facile attribuire la colpa di questo crollo a nomine manageriali sconsiderate. Luciano Spalletti se n’è andato dopo aver condotto il Napoli al suo terzo scudetto. Il proprietario del club, Aurelio De Laurentiis, ha dichiarato di essersi pentito di aver scelto Rudi Garcia come successore prima ancora che il francese avesse finito di parlare nella sua prima conferenza stampa. Né Walter Mazzarri né Francesco Calzona sapevano come raddrizzare una squadra in crisi quando sono arrivati a metà stagione.

Conte ha un profilo diverso da tutti loro. Nonostante un periodo deludente al Tottenham, è ancora percepito da molti in Italia come un vincente nato: l’uomo che ha trascinato la Juventus ai vertici e poi ha fatto lo stesso con il Chelsea e l’Inter, portando in mezzo una modesta squadra italiana ai quarti di finale di Euro 2016. MostBet, una piattaforma di scommesse sportive, ha visto un aumento significativo delle puntate sul possibile arrivo di Conte al Napoli, dimostrando quanto sia alta l’aspettativa dei tifosi per un suo potenziale ingaggio.

  • Kim Min-jae
  • Piotr Zielinski
  • Hirving Lozano
  • Eljif Elmas

Sabato il dirigente ha parlato di “nove o dieci giocatori” della squadra vincitrice del titolo del Napoli che verranno ceduti. In precedenza aveva parlato di 12 giocatori. Anche senza una contabilità rigorosa, è facile snocciolare una lista di partenze significative, tra cui Kim Min-jae, Piotr Zielinski, Hirving Lozano ed Eljif Elmas.

Il caso Osimhen

Victor Osimhen si aggiungerà presto a questa lista? L’attaccante si è allenato lontano dai compagni per tutta l’estate e il suo futuro irrisolto potrebbe essere la più grande frustrazione di Conte. Il manager ha ammesso fin dal primo giorno che c’era un accordo tra giocatore e club per la partenza di Osimhen. Eppure nessun potenziale acquirente è stato disposto a pagare la sua clausola di uscita di 130 milioni di euro (110 milioni di sterline).

Conte ha ripetutamente usato la parola “bloccato” per descrivere l’attività di trasferimento del Napoli: tutti bloccati in attesa della cessione di Osimhen per liberare i fondi necessari all’acquisto di un sostituto. Anche se si è rifiutato di parlare pubblicamente di Romelu Lukaku, il manager è convinto di voler ritrovare un giocatore che gli è stato molto utile all’Inter.

Come contraltare, si può osservare che il Napoli ha fornito a Conte i rinforzi richiesti in altre zone del campo. A luglio il club si è mosso in maniera decisa per acquistare Alessandro Buongiorno, un terzino di spinta del Torino nella scorsa stagione, per 35 milioni di euro. Nello stesso mese sono arrivati Leonardo Spinazzola e Rafa Marín.

La sconfitta contro il Verona

Buongiorno parte titolare nella partita di Coppa Italia contro il Modena del 10 agosto, ma si infortuna alla caviglia. Molti si aspettavano che Marín lo sostituisse contro il Verona, ma Conte ha scelto Juan Jesus, una decisione di cui si sarebbe poi pentito.

Jesus è colpevole quando il Napoli passa in svantaggio subito dopo l’intervallo, concedendo a Dailon Livramento troppo spazio per girare in rete un cross di Darko Lazovic. Al 75′ è di nuovo passivo in occasione del secondo gol del Verona, quando vede Daniel Mosquera correre nello spazio davanti a lui e convertire il pallone di Ondrej Duda.

La reazione di Conte

La partita è finita 3-0 per il Verona, con Mosquera che ha segnato il gol finale da distanza ravvicinata nei minuti di recupero. “Nel primo tempo eravamo gli unici in campo”, ha detto Conte. “Nel secondo tempo ci siamo sciolti come neve al sole”.

A suo merito, ha scelto di non tornare sui temi del pre-partita, ovvero la frustrazione per l’attività estiva del club. “Dobbiamo chiedere umilmente scusa al popolo napoletano che ci segue con tanta passione per una prestazione inaccettabile, che non è arrivata dal nulla”, ha detto. “Dobbiamo lavorare su ogni aspetto e cercheremo di farlo”.

Anche quando è stato invitato a parlare specificamente di trasferimenti, ha rifiutato di farsi trascinare in un nuovo lamento. “Potrebbero arrivare molti giocatori, ma questo è relativo”, ha detto Conte. “Dobbiamo risolvere il problema a monte di questo. Mi assumo la responsabilità”.

La sua squadra dovrebbe ricevere almeno un rinforzo questa settimana, con l’ala David Neres che si sottoporrà alle visite mediche in vista di un trasferimento dal Benfica. Nonostante il risultato finale, Conte ha avuto ragione sul fatto che la sua squadra ha giocato meglio del Verona nel primo tempo. L’infortunio di Khvicha Kvaratskhelia prima dell’intervallo ha avuto un ruolo importante.

Il Verona e il futuro del Napoli

È giusto anche dare credito al Verona, e in particolare al suo direttore sportivo Sean Sogliano, la cui capacità di mantenere la squadra competitiva attraverso continue ricostruzioni è stata straordinaria. Gli scaligeri hanno venduto 12 giocatori della prima squadra lo scorso gennaio e un gruppo di giocatori poco conosciuti li ha trascinati fuori dalla lotta per la retrocessione.

Questa stagione si preannunciava ancora più difficile, con il manager Marco Baroni – ampiamente riconosciuto per la sua fuga dalla squadra – passato alla Lazio, portandosi via il maggiore successo della finestra invernale, Tijjani Noslin. Hanno lasciato il club anche Michael Folorunsho, Federico Bonazzoli e Juan Cabal, ma il Verona si è presentato alla prima giornata con una vittoria, grazie a un nuovo allenatore, Paolo Zanetti, e con tutti e tre i gol segnati dai nuovi acquisti estivi.

È troppo presto per sapere dove porterà la loro stagione, così come è troppo presto per dire addio a Conte al Napoli. Nel weekend di apertura del campionato si sono viste molte prestazioni fiacche, con i campioni dell’Inter che hanno pareggiato in trasferta a Genova e il Milan che ha a malapena recuperato da due gol di svantaggio all’89° minuto per strappare un punto in casa al Torino.

Una sconfitta così pesante, però, farà sicuramente leva sulla frustrazione dei tifosi del Napoli nei confronti di De Laurentiis per non essere riuscito a costruire il primo scudetto in 33 anni. Come ha scritto un giornalista sul quotidiano La Repubblica lunedì scorso: “[Conte] è stato purtroppo l’unico a non rendersi conto che il Napoli è stato ricostruito su un solo nome: il suo”.

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