L’Inter dei soliti noti: i fedelissimi a cui Inzaghi non rinuncia mai
Nella rosa nerazzurra, Inzaghi ha individuato il suo undici perfetto al quale difficilmente apporta modifiche in campionato
Il dilemma sulla profondità delle rose è un tema ricorrente nel nostro campionato, soprattutto per le squadre impegnate su più fronti e sulla quale pende la necessità di performare al meglio in ognuno di essi, campionato, Coppa Italia o competizione europea che sia. Ciò detto, c’è un allenatore in Serie A che non sente ragione a riguardo e quest’anno è deciso più che mai a riportare il tricolore a Milano sponda nerazzurra, anche a costo di far ruotare i suoi uomini in Champions League. Analizziamo la situazione dell’Inter di Simone Inzaghi, squadra in cui le rigide gerarchie imposte dal mister sembrano dare i frutti sperati (ad ora).
I fedelissimi di Simone Inzaghi
Il tecnico ex Lazio ha le idee ben chiare: nella sua squadra ha scelto i suoi undici prediletti e, a meno di infortuni o problemi di altra natura, difficilmente ci rinuncia. Ben 8 su 11 dei giocatori maggiormente impiegati, quando disponibili, non hanno saltato più di un match dal 1’ minuto. Il tutto si basa su quelli che al momento sono i tre cuori pulsanti dell’Inter ovvero la catena centrale costituita da Sommer, Calhanoglu e Lautaro Martinez, simbolo dell’estrema solidità raggiunta in questa stagione come testimoniano gli 11 clean sheets collezionati in 18 partite dal portiere svizzero, i numeri del turco che fotografano quello che al momento è il miglior centrocampista di Serie A e l’incredibile vena realizzativa del bomber argentino (15 gol realizzati in 19 partite disputate). Come loro, anche molti altri sono impiegati sempre o quasi: da Thuram a Bastoni passando per Barella, Mkhitaryan, Dimarco, Dumfries e Acerbi, tutti giocatori entrati nelle grazie di Simone Inzaghi e che puntualmente vengono riproposti a ogni turno. Non stupisce l’atteggiamento del tecnico piacentino, il quale già nella passata stagione aveva individuato una serie di titolari inamovibili, ma quest’anno come non mai chi si è preso il posto è destinato a una stagione da protagonista, con buona pace dei subentranti confinati a qualche apparizione sporadica.
Il turnover europeo per la caccia alla Serie A
Se in Italia i titolarissimi la fanno da padrone, la Champions League è diventata il laboratorio degli esperimenti per Simone Inzaghi che, nelle 5 partite disputate, ha inserito tutte le sue certezze dal primo minuto solo una volta, nella vittoria in casa contro il Benfica per 1-0, lasciando spazio a giocatori meno impiegati nel corso della stagione come Frattesi (13 presenze in Serie A di cui solo una da titolare) o Carlos Augusto (13 volte su 14 entrato dalla panchina) ma anche giocatori più fuori dai radar come Klassen, Bisseck, Arnautovic (complice anche l’infortunio), Sanchez e Asllani. Fino ad ora la scelta di far rifiatare alcuni fedelissimi in campo europeo ha ripagato, considerando che l’Inter è già matematicamente qualificata agli ottavi di finale, ciò che tutti si chiedono però è: con l’arrivo della fase a eliminazione diretta e considerando l’incredibile percorso fatto lo scorso anno culminato con la finale, ci sarà ancora spazio per il turnover? Se l’obiettivo è quello di ripetersi anche in questo palcoscenico, si prospetta un’inversione di tendenza rispetto a quanto visto in questo avvio, che però potrebbe inficiare su un campionato che ad ora vede i nerazzurri favoriti per la vittoria finale ma che, se l’Inter dovesse continuare in Champions, potrebbe essere soggetto a colpi di scena vista la ridondanza nelle scelte di Simone Inzaghi, fattore rilevante in chiave infortuni e dispendio di energie.