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Cinque giocatori che hanno lasciato la Serie A e all’estero fanno fatica

Come si stanno trovando all’estero: le storie di cinque emigrati che non stanno trovando fortuna nei loro nuovi campionati

Tra i flussi del calciomercato sono tanti i calciatori che ogni estate vanno e vengono. C’è chi lascia la Serie A per cambiare aria, per soldi, per tornare in patria oppure per provare il salto di qualità. Nell’ultima estate, infatti, alcuni giocatori che si erano guadagnati uno status importante nel nostro campionato hanno cercato fortuna all’estero.

Tra i tanti c’è chi è riuscito già a dire la sua fuori dai confini del Belpaese, come Lozano, Boga & Co. Oggi, però, ci focalizzeremo invece su coloro che lontano dall’Italia hanno perso lo smalto e stanno faticando a tornare sui ritmi che avevano raggiunto in Serie A. Perché, in fondo, chi lascia la vecchia per quella nuova, sa quello che lascia ma non sa quello che trova.

André Onana

Nel suo unico anno in Italia forse non ha imparato il proverbio della strada vecchia e di quella nuova, ma sembra fatto apposta per lui. Da portiere rivelazione della Champions League e protagonista fino alla finale con la sua Inter a capro espiatorio delle difficoltà del Manchester United. A Milano, André Onana aveva trovato la sua confort zone e conquistato la fiducia di tutti. Diciotto clean sheet tra campionato e coppe e una percentuale di parate che si aggira intorno all’80% nella passata stagione.

Poi la corte di ten Hag e un’offerta a cui l’Inter non ha potuto dire di no. Preso a parametro zero e rivenduto a 50 milioni di euro. Ai fan dei Red Devils, però, non si è presentato bene, già dalle amichevoli. In una squadra in evidente difficoltà e con una difesa un po’ ballerina il portiere camerunese non sta riuscendo a esprimersi al meglio. Subisce 1,3 gol P90 in Premier League e finora ha tenuto la porta inviolata solo quattro volte (contro Wolves, Burnley, Crystal Palace e Fulham). Nelle ultime settimane, però, sembra aver messo da parte le difficoltà. È in crescita, ma ancora lontano dal muro che era in nerazzurro.

Sofyan Amrabat

Un altro passato dal clima mediterraneo dell’Italia a quello uggioso di Manchester è Sofyan Amrabat, la cui parabola è davvero particolare. Esploso all’Hellas Verona qualche anno fa, è passato dalla Fiorentina per affermarsi definitivamente. Tra qualche alto e basso, però il mediano marocchino era diventato uno dei perni della formazione di Vincenzo Italiano. Poi la grande Coppa del Mondo, che lo ha rilanciato, e la chiamata del Manchester United.

L’esperienza all’Old Trafford, però, non è iniziata nel migliore dei modi e Amrabat è finito addirittura a fare il terzino. Senza Shaw e Malacia, Erik ten Hag ha sperimentato il marocchino come quarto di difesa a sinistra, salvo poi tornare sui suoi passi. Anche da mediano, però, l’ex Fiorentina non è riuscito ancora ad affermarsi. C’è da dire che con la concorrenza di Casemiro non sarebbe facile per nessuno. Nonostante ciò i suoi numeri sembrano in linea con quelli della passata stagione. Sono 3,4 i palloni recuperati P90 e 2,6 i tackle a partita.

Joaquin Correa

Scambio sull’asse Milano-Marsiglia. Alexis Sanchez all’Inter e Joaquin Correa all’OM. Il pupillo di Simone Inzaghi non dava le giuste garanzie in casa nerazzurra e le strade con il Tucu si sono separate. A fare il back-up di Lautaro Martinez è arrivato il Niño Maravilla, che tra l’età che avanza e gli infortuni è sempre e comunque un leone in gabbia. Sicuramente meno feroce è Correa, che neanche sulla Costa Azzurra sta riuscendo a incidere.

Sei gare da titolare su tredici tra Ligue 1 ed Europa League. A livello fisico non sembra in eccessiva difficoltà. Lo è invece sul piano della contribuzione offensiva. Zero gol e zero assist. E non si può dire nemmeno che sia stato sfortunato, dato che in campionato vanta 0,15 xG. Diciamo che finora non ha fatto nulla di particolare per farsi amare dai tifosi. Il riscatto così sembra lontano. Anche perché l’obbligo scatta alla qualificazione in Champions League e l’OM si trova al decimo posto. Il ritorno a Milano è probabile, ma difficilmente il Tucu verrà atteso a braccia aperte.

Arthur Cabral

Arrivare a Firenze e dover fare gli stessi numeri di Dusan Vlahovic per non farlo rimpiangere non deve essere stato facile. Arthur Cabral, però, dava comunque l’idea di essere un punto fermo della squadra di Vincenzo Italiano. Tra alti e bassi, l’attaccante brasiliano aveva messo 16 reti tra tutte le competizioni nella passata stagione Evidentemente non abbastanza per ottenere la riconferma. Via lui e Jovic, dentro Beltran e Nzola.

Passato per 20 milioni di euro al Benfica, orfano di Gonçalo Ramos, Arthur Cabral non sembra essersi calato benissimo nella nuova realtà. Dodici apparizioni tra campionato e Champions League, zero reti. Le uniche due gioie sono arrivate in coppa nazionale e in coppa di lega. Nonostante le Aguias siano in vetta alla Liga Portugal con il secondo migliore attacco, il centravanti brasiliano non sta contribuendo granché. Tira 1,1 volte P90 verso la porta e solo 0,6 nello specchio. Così si spiegano gli 1,31 xG maturati.

Beto Betuncal

La separazione tra l’Udinese e Beto Betuncal, probabilmente, non ha fatto bene a nessuno. La formazione friulana ha trovato la prima vittoria solo qualche settimana fa e galleggia nelle ultime posizioni di classifica. L’attaccante portoghese, invece, non riesce a sbloccarsi in Premier League. L’anno scorso dieci gol in campionato e la consacrazione da bomber, proprio quello che ai bianconeri sta mancando oggi.

Per prelevarlo, in estate, l’Everton ha speso 25 milioni di euro, ma l’investimento non sta pagando. Otto gare in Premier League, di cui solo tre da titolare. In queste neanche una rete, nonostante gli 1,57 xG collezionati. Come Arthur Cabral, anche lui la sua unica gioia inglese l’ha festeggiata in coppa, più precisamente in EFL Cup. Anche se ancora poco coinvolto dal 1′, almeno Beto ci sta provando a metterci del suo. Il gol non arriva, ma il portoghese calcia 1,9 volte P90 verso la porta, centrandola solo in 0,1 occasioni P90. Manca la precisione e la freddezza, come testimoniano le 3 big chance mancate. Una volta aggiustata la mira, però, la Betoniera potrà tornare a festeggiare, anche oltremanica.

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