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Napoli, Victor Osimhen e la sua fallibile mira

Lente d’ingrandimento sull’attaccante degli azzurri: proviamo a capire perché ha segnato così poco finora.

Quello di Victor Osimhen è stato uno degli acquisti più imponenti a livello europeo, in assoluto se consideriamo solo la nostra Serie A: infatti, per portarlo in azzurro, De Laurentiis ha sborsato la cifra record di 70 milioni + 10 di bonus. I numeri dell’attaccante nigeriano parlavano chiaro: 21 anni, 20 gol in 34 presenze con lo Charleroi, 18 in 38 match col Lille, trovando sempre la rete nel match d’esordio da titolare con entrambe le squadre. Eppure qualcuno, ripensando alla cifra spesa, ha storto il naso; ora ancor di più se vengono considerati i gol messi a segno in queste prime sette giornate.

Victor, abbiamo un problema? Direi di sì

Atalanta e Bologna: sono queste le squadre colpite da Osimhen, per un totale di due. Non è riuscito a rispettare la legge del gol all’esordio, ma questo conta poco. Quello che balza agli occhi, guardando le statistiche, è il dato dei tiri.

L’attaccante nigeriano sinora ha calciato ben 27 volte, secondo in A dietro solo al mostro Ibrahimovic. Di questi tiri, solo 4 sono arrivati fuori dall’area: i restanti invece sono avvenuti dentro. Considerando questi numeri, ciò significa che finora è riuscito a convertire in rete solo il 7,4% delle conclusioni provate, percentuale che precipita ulteriormente al 4,3% se consideriamo solo quelli avvenuti in area di rigore. Però proviamo a capire meglio: ha incontrato solo portieri validi che son riusciti a neutralizzare tutti i tiri? O difensori bravi a capire la sua giocata e bloccargli la conclusione? Non sempre, anzi.

L’immagine di understat.com, in particolare i colori, ci aiutano a capire non solo le zone da dove l’ex Lille ha provato la conclusione, ma soprattutto che esito hanno avuto. E qui notiamo che solo 9 tiri sono stati o parati o bloccati dagli avversari; i restanti 13 (evidenziati in rosso), più del 56% sono finiti fuori, senza centrare la porta. Forse è per questo motivo che Osimhen cerca quasi sempre la conclusione in area, perché è consapevole di non essere ancora un cecchino. Un altro dato che conferma la sua scarsa precisione è quello legato ai passaggi: su 139 effettuati, solo il 67,5% gli sono riusciti.

Una possibile causa del problema…

É vero che da un attaccante ci si aspettano soprattutto i gol, a maggior ragione da uno come lui che ha un xG di 3.19, ma bisogna anche sottolineare altri aspetti. Il Napoli ha ritrovato la profondità, la voglia di assalire l’area di rigore con più uomini possibili e trovare la conclusione vincente, che avveniva regolarmente con Sarri e che via via è andata scemandosi con Ancelotti. Questo si potrebbe attribuire a Gattuso, ma nei primi mesi del suo arrivo chi giocava al centro dell’attacco non aveva gli stessi numeri che ha oggi Osimhen, e solo grazie al suo arrivo ha potuto imporre la sua filosofia attuale.

E ultimo, ma non meno importante, è il suo sacrificio: lotta su tanti palloni, come dimostrano gli 82 contrasti (50% vinti), e corre tantissimo; in questo fondamentale infatti è il primo tra i numeri 9 in Serie A, grazie ai 10,1 km coperti mediamente finora in 493 minuti. E forse può essere questo un fattore che incide sul dato analizzato: essendo incline alla fatica, spesso arriva poco lucido in zona gol.

Probabilmente se Gattuso gli facesse coprire meno campo e gli assegnasse meno compiti in fase difensiva, allora forse potremmo cominciare a parlare di altri numeri, da vero cecchino.

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