De Ketelaere all’Atalanta: può funzionare con Gasperini?

Il talento belga classe 2001 arriva dal Milan in prestito con diritto di riscatto: può rilanciarsi in nerazzurro?

Charles De Ketelaere in maglia Milan

La prima annata italiana di Charles De Ketelaere si è rivelata abbondantemente al di sotto delle aspettative: arrivato come principale investimento del mercato del Milan campione d’Italia 21/22 per una cifra vicina ai 35 milioni di euro, CDK non è mai riuscito a imporsi nelle gerarchie di Stefano Pioli. 32 presenze di cui appena 9 da titolare, 1116 minuti sul terreno di gioco in cui è riuscito a collezionare un solo assist: decisamente troppo poco per un giocatore che ai tempi del Club Brugge aveva attirato l’interesse dei maggiori club europei ed in patria era considerato il diretto erede di Kevin De Bruyne. Il grande salto nel calcio europeo ha sicuramente influito, ma la personalità che aveva contraddistinto il giovane Charles – trequartista vispo e principale riferimento della manovra offensiva dei Blauw-Zwart – è sembrata improvvisamente dissolversi una volta calcato il prato di San Siro.

Sulle orme di Josip Iličić?

I due trequartisti nel 3-4-2-1 di Gian Piero Gasperini hanno contribuito a rendere iconico il modello di calcio dell’Atalanta: giocatori dall’estro creativo ben sopra la media, capaci di dribbling ubriacanti, giocate visionarie per i compagni e pennellate magistrali. Uno di questi, che il Gasp ha saputo rivitalizzare e valorizzare al massimo, è stato sicuramente Josip Iličić, che sotto la sua guida tecnica ha raggiunto l’apice della carriera, collezionando 47 reti e 30 assist in 136 presenze, compreso quel memorabile Poker al Mestalla contro il Valencia in Champions League. Ma tutto questo cosa c’entra con Charles De Ketelaere? Beh, con le dovute proporzioni, i due hanno più di qualcosa in comune. Fantasisti atipici, molto alti e dal fisico longilineo – 190 cm per Josip, 192 cm per Charles – amano svariare sulle medesime mattonelle di campo e in carriera hanno entrambi ricoperto i ruoli di trequartista, seconda punta e ala destra (CDK ha anche giocato da primo riferimento offensivo in Belgio). Ambedue mancini, prediligono partire da destra per accentrarsi sul proprio piede forte e cercare la giocata per i compagni o la conclusione verso la porta.

Affine è anche l’eleganza nel tocco e nella conduzione di palla, che caratterizza un diverso modo di dribblare il diretto avversario: uno strappo più potente e “muscolare” quello del belga, fatto invece di numeri e imprevedibilità quello dello sloveno. Anche quel timido riserbo da ragazzi taciturni, che comunicano attraverso il pallone ciò che non esprimono a parole, sembra avvicinarli ulteriormente. Mettendo a confronto le migliori stagioni in carriera di ciascuno, i numeri nei rispettivi campionati viaggiano su binari paralleli: 15 reti e 5 assist nella stagione 19/20 per Iličić, 16 reti e 4 assist nell’annata 21/22 per De Ketelaere. Il livello dei campionati non è ovviamente paragonabile, ma è sicuramente un dato indicativo. CDK potrebbe avere quelle caratteristiche che mancavano a Bergamo dall’addio dello sloveno e che nessuno sa valorizzare come Gasperini.

charles de ketelaere
Charles De Ketelaere in maglia Brugge

Ma… c’è spazio per Charles?

Gasperini è un allenatore imprevedibile, che ci ha abituato a scelte inaspettate e continui stravolgimenti in corso d’opera. Quest’anno ancor di più, riuscire a indovinare chi saranno gli interpreti principali dell’attacco atalantino sembra un’impresa. Attualmente, il reparto offensivo dei nerazzurri è affollatissimo: oltre ai neo-acquisti El Bilal Touré e Scamacca, a contendersi una maglia da titolare ci sono Lookman, Pasalic e Cambiaghi, senza contare l’eventuale concorrenza di Ederson, schierato a più riprese sulla trequarti, e dell’interscambiabile Koopmeiners.

Inoltre, apparentemente ai margini del progetto, ma ancora a tutti gli effetti in rosa, Zapata, Muriel e Miranchuk attendono di trovare una sistemazione. La sensazione è che De Ketelaere, il cui arrivo si sta definendo in questi giorni, dovrà lavorare sodo per imporsi. Tuttavia, la sua duttilità nell’ultimo terzo di campo potrebbe costituire una grande risorsa per il suo nuovo allenatore: CDK offre non solo la possibilità di essere schierato come trequartista di destra nel canonico 3-4-2-1 degli orobici, ma è anche in grado di agire da singolo numero 10 alle spalle delle due punte, nel 3-4-1-2 che Gasperini sta testando in questo precampionato; l’ipotesi più remota, ma non da escludere, è che Charles possa essere avvicinato alla porta e impiegato da seconda punta, ruolo che ha già ricoperto con ottimi risultati al Club Brugge e che gli si addice per struttura fisica.

Bisogna ancora credere in De Ketelaere

Urge contestualizzare la stagione – insufficiente – di CDK in rossonero: è vero, le attese erano altre e l’investimento molto importante, ma non va dimenticato che il ragazzo è un classe ’01 e il suo talento non deve essere messo in discussione. La difficoltà più grande è sembrata essere di tipo psicologico: un giocatore sfiduciato, spaesato e poco incisivo, che non è mai riuscito a imporsi e prendersi definitivamente il Milan. Pertanto il passaggio dalla metropoli alla provincia, nella più tranquilla e soprattutto meno pressante Bergamo, potrebbe essere l’ideale per rilanciarsi. Inoltre, il ritorno della Dea nelle competizioni europee potrebbe consentirgli di trovare ulteriore spazio nelle rotazioni offensive di Gasperini, tecnico che ci ha abituato a frequenti alternanze in quella zona di campo. De Ketelaere è anche l’unico mancino puro tra gli attaccanti attualmente a disposizione – oltre a Miranchuk – e si inserisce in un contesto che sa coccolare e far sbocciare il talento – come testimonia la recente cessione di Rasmus Højlund – esattamente ciò di cui aveva bisogno per il prosieguo della sua carriera. Ora la palla passa a Charles: riuscirà a mettere in campo quella determinazione e quella fame necessarie per convincere uno come Gasp?

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