Sarà Cambiaghi il sostituto di Boga?
L’Atalanta può contare sul ritorno di una seconda punta giovane, dinamica e, soprattutto, incisiva.
Il 21 luglio del 2018, il patron del Sassuolo Giorgio Squinzi decide di regalare al suo nuovo ed entusiasta allenatore un pizzico di fantasia. Dal Chelsea, la società neroverde ufficializza l’acquisto di Jeremie Boga, ivoriano nato a Marsiglia che ha giocato l’ultima stagione nel Birmingham, in seconda divisione inglese. Nessuno sa bene chi sia: è stato un po’ in Francia, un po’ in Spagna, e ha appena ventun anni. Roberto De Zerbi, però – complice anche la cattiva condizione fisica di Di Francesco – crede in lui. Il possesso palla su cui il tecnico bresciano sta cominciando a lavorare necessita di un’alternativa tattica improvvisa, un rulebreaker capace di saltare l’uomo e disorientare le difese avversarie con frequenti progressioni in solitaria. Boga ci mette poco a incantare l’intera Serie A, nonostante nella pratica incida poco. Che giochi sulla trequarti o, più spesso, largo a sinistra, togliergli il pallone sembra impossibile. Ma a Jeremie va bene così, si specchia nei suoi dribbling (più di 5 a partita, in media) e non cerca veramente di essere concreto (appena 3 gol e un assist in 25 partite), oltre a non essere utile in fase difensiva.
De Zerbi, però, vuole sfruttarne il potenziale, non si accontenta di vederlo scardinare vanamente gli schieramenti difensivi: 0,21 xG e 0,05 xAG ogni 90’ sono veramente pochi per un giocatore così offensivo. Deve migliorare in fase realizzativa, tirare di più, essere maggiormente preciso. E il mister fa bene a insistere. L’anno successivo segna 11 gol e sforna 2 assist, ma soprattutto diventa più pratico – raddoppia i passaggi progressivi (da 79 a 168), e i passaggi di breve e media distanza (in linea col profilarsi di un chiaro stile di gioco imposto dall’allenatore). Resterà la sua migliore stagione in Serie A, andando sempre peggio tra infortuni e scelte tecniche. Nonostante ciò, nel mercato di gennaio l’Atalanta si ritrova a dover sostituire – compito non semplice – Josip Iličić, e individua nell’ivoriano il suo ripiego naturale. Totale dell’operazione di 22 milioni di euro, troppi secondo Gasperini, che senza alcun pelo sulla lingua individua il problema principale del ragazzo nel suo costo (Fosse costato quanto l’ha pagato il Sassuolo, tutti saremmo contenti. È stato pagato come un campione decisivo ma al momento è un giocatore individuale e basta, ha dichiarato, per poi aggiungere, a parziale consolazione, è giovane, imparerà).
Non ha imparato. Anzi, fino alla diciassettesima giornata della nuova stagione sembra completamente fuori dal progetto, appena 80 minuti giocati, le valigie in mano dopo meno di un anno. Ma Boga – ormai lo conosciamo – è un giocatore imprevedibile in tutto e per tutto. Così, schierato a inizio ripresa contro il Bologna nella seconda gara del 2023, ribalta il risultato fornendo due assist ai suoi compagni. Sei giorni dopo, nell’8 a 2 contro la Salernitana, torna persino al gol, e una settimana più tardi altri due assist in casa della Juve. Una scintilla inattesa, un barlume di genio che sembra non volersi più spegnere. Un’illusione, di nuovo, rapida come i suoi cambi passo. Andrà sempre più scomparendo dal gioco e dalla mente dei tifosi atalantini, che quasi non si sono accorti della sua cessione. Anche perché, mentre Jeremie restava fedele alla sua incostanza, una giovane seconda punta della primavera orobica si stava mettendo in mostra nell’Empoli di Paolo Zanetti.
La gente di Bergamo non ha dubbi: bisogna puntare su Nicolò Cambiaghi. È lui la seconda punta ideale per completare e ringiovanire il reparto offensivo di Gasperini. Forse agilità e bassa statura hanno formato nella testa di qualcuno una gradita reminiscenza di gomeziana memoria. Ma Cambiaghi non è il Papu, è una scheggia impazzita che fa la lotta con tutti, anche e soprattutto quelli più grossi di lui. Non avrà (ancora) la tecnica di Gómez né quella di Boga, ma la caratteristica chiave del giovane azzurro è un’altra: la grinta. Basti pensare che, se l’ex numero 10 ivoriano in 136 partite di Serie A non è mai stato ammonito, Cambiaghi salterà la prima di campionato per aver preso due gialli nell’ultima inutile partita contro la Lazio della stagione passata. Nicolò è fatto così, prendere o lasciare. Vuole incidere, vuole veder scritto – per un motivo o per l’altro – il proprio nome nel tabellino del match. Magari è proprio questo che piace ai supporters della Dea: Cambiaghi può portare quella concretezza che a Boga è sempre mancata.
Insomma, l’italiano classe 2000 è pronto al famoso salto di qualità – che avrebbe già fatto una volta, dimostrando che l’ottima stagione in B col Pordenone (7 gol e 4 assist) non è stata un caso. All’Empoli, infatti, ha chiuso da miglior marcatore pur partendo titolare appena 12 volte: 0.42 goal a partita. Zanetti lo ha buttato spesso nella mischia a partita in corso, sfruttandone l’esplosività (22 contrasti vinti su 30), la voglia di fare (2,52 tiri ogni 90’) e un opportunismo non banale per un ventiduenne (si vedano i gol contro Spezia e Cremonese). Nicolò, poi, può giocare ovunque: centrosinistra, centrodestra, oppure dietro a due punte. Ma potrebbe anche, eventualmente, permettere di riesumare quel falso nueve che più volte ha solleticato il Gasp. Dal punto di vista della precisione c’è ancora da lavorare – su 41 cross tentati, appena 9 sono arrivati nei piedi o sulla testa di un compagno. Ma poteva andare peggio: al secondo anno in Italia, Boga ne aveva completato appena uno su 24.
Ad oggi Cambiaghi ha tanta concorrenza: Lookman è il titolarissimo, Pasalic è ormai un punto di riferimento e il ritorno – per ora – di Mirančuk non aiuta. Ma il ragazzo ha carattere, e anche da subentrante non perderà l’occasione di dire la sua.