Ashley Young: la freccia di Antonio Conte
Focus sull’esterno inglese che ha avuto un grande impatto sul gioco dell’Inter dal suo arrivo a Gennaio, nonostante l’età e l’adattamento a un calcio diverso.
Passato in sordina rispetto all’arrivo in pompa magna di Eriksen, Ashley Young è approdato a Milano, sponda nerazzurra, durante il mercato di Gennaio 2020 per blindare le fasce (insieme a Victor Moses), fin lì affidate a Candreva a destra, e Asamoah e Biraghi a sinistra.
L’esterno classe ’85 è un giocatore atipico; nasce tra Watford e Aston Villa come ala, si evolve come terzino o quinto di centrocampo durante i 9 lunghi anni nelle file del Manchester United. Una volta arrivato all’Inter dai Red Devils, Young è un esterno completo, in grado di giocare su tutte e due le fasce grazie alla sua ambidestria, e di essere un sensibile upgrade rispetto al precedente padrone della fascia (in particolare giocherà a sinistra, rientrando spesso sul destro per calciare in porta o crossare a spiovere).
Ashley Young non è l’ultimo arrivato, e lo vediamo dai numeri
Il dato che stupisce più di tutti, è relativo alla sua incredibile incisività e concretezza; Young non ha giocato sempre da titolare a causa dell’età e di alcuni piccoli acciacchi (oltre alla positività al Covid durante il mese appena passato), ma quando è stato in campo, dal momento del suo acquisto, non è stato un esterno qualsiasi, anzi, è stato il miglior esterno della Serie A.
Da Gennaio ad ora, infatti, l’inglese primeggia tra tutti i terzini e quinti di centrocampo nelle statistiche riguardanti goal e assist messi a referto per 90 minuti; in solo 1431 minuti ha messo insieme 4 goal e 6 assist, ovvero 0,25 goal per 90 minuti (uno ogni quattro partite, e si parla di un quinto!) e ben 0,38 assist p90. Unendo le statistiche Young partecipa a un gol 0,68 volte p90, in pratica più di una volta ogni due partite, più di altri giocatori che vediamo nella tabella sotto.
GIOCATORE | GOL + ASSIST p90 |
A. Young | 0,63 |
F. Chiesa | 0,59 |
R. Gosens | 0,57 |
A. Candreva | 0,51 |
T. Hernandez | 0,29 |
Young nel 2020-21
L’inglese è partito bene anche in questa stagione, nonostante abbia perso alcune partite (e sicuramente un po’ di forma) a causa della positività al Covid riscontrata durante la pausa di Ottobre; Young ha giocato da titolare 3 partite, giocando solo 247 minuti, ma mettendo comunque a referto due assist. Uno nella goleada contro il Benevento, e uno importantissimo nell’ultimo match contro l’Atalanta; una sua giocata tipica sulla sinistra, ricezione in isolamento, 1v1 contro il diretto difendente, e, sfruttando la sua ambidestria, un cross appena si crea lo spazio giusto. Lautaro ha letto il movimento e segnato un gran gol di testa.
Ma Young non è solo cross precisi (4/11 vanno a segno, ottima media) e assist, ma anche incidenza a tutti i livelli sulla fase di possesso interista, che migliora sensibilmente quando l’inglese è in campo; 9 passaggi chiave (uno ogni 27 minuti), 84,6% di passaggi riusciti con quasi un passaggio tentato ogni due minuti.
Infine, l’apporto in fase difensiva, è molto peculiare; Young infatti è un giocatore che tende a intervenire il meno possibile con contrasti e tackle (3/11 nei contrasti, 1 tackle), ma punta di più a recuperare il pallone coprendo la linea di passaggio (6 palle recuperate) per poi ripartire, oppure a tenere la posizione invitando l’avversario a forzare la giocata o tornare insieme.
Ashley Young a 35 anni suonati continua ad essere in gran forma, essendosi rivelato fin da Gennaio scorso imprescindibile per la fase offensiva interista, offrendo corsa e giocate per gli attaccanti; con l’arrivo di Hakimi sull’altra fascia il suo ruolo è passato in secondo piano, ma Conte lo tiene in gran considerazione, e l’inglese avrà sicuramente tante possibilità per mantenere le sue medie al livello che finora ha tenuto.