Crotone, il sinistro di Junior Messias per conquistare la salvezza

Stroppa si affida al 29enne brasiliano per conquistare punti fondamentali; all’esordio in Serie A, Messias ha dimostrato di avere colpi importanti

Junior Messias

Giovanni Stroppa dovrà probabilmente pagare una cena ad Ezio Rossi, ex-allenatore e bandiera del Torino, per aver scoperto e portato alla ribalta Junior Messias, seconda punta o mezzala offensiva che gioca, e come gioca, nella sua squadra.

Gli inizi di Junior Messias

Il salto di qualità del brasiliano avviene solo pochissimi anni fa: basti pensare che all’inizio degli anni ’10, Messias giocava nello Sport Warique, squadra composta perlopiù da ragazzi peruviani, in un campionato UISP di Torino; questo nel tempo libero, per lavoro consegnava elettrodomestici.

Nel 2015 Ezio Rossi iniziò ad allenare il Casale e decise di portarsi dietro quel talento cristallino visto qualche anno prima sui campetti di Torino, e Messias ripagò il suo allenatore con oltre venti gol in campionato; da lì, un’ascesa praticamente incredibile. Chieri, in Serie D, poi un treno perso per andare a Vercelli, ma senza mollare Messias ripiegò su Gozzano, ancora in Serie D.

Trascina il Gozzano tra i professionisti e lo porta alla salvezza in Lega Pro, prima di accettare l’offerta del Crotone in Serie B, ed accasarsi in Calabria; sotto la guida di Stroppa sboccia definitivamente e contribuisce alla promozione in Serie A guidando l’attacco in coppia con Simy. Il resto è storia recente.

Junior Messias: come gioca

Talento nel pieno delle sue forze (29 anni), mancino naturale, gran tiratore di piazzati; Stroppa solitamente lo schiera al fianco di Simy, libero di svariare, ma anche come mezzala offensiva con licenza di attaccare.

Messias non ha subìto l’impatto con la Serie A, dimostrandosi un giocatore fondamentale per il suo allenatore: 7 presenze da titolare, 1 gol segnato (su 22 tiri, anche se solo 5 nello specchio; calcia molto da fuori), ma un apporto alla manovra non da sottovalutare.

Messias è uno dei migliori dribblatori del campionato, con 29 tentati e ben 17 riusciti (quarto in questo fondamentale in tutta la Serie A); ne sa qualcosa la Juventus, che più volte è stata messa in difficoltà dal brasiliano, nominato man of the match a fine partita.

Ma il #30 degli squali non è solamente un giocatore individualista o da ultimi metri, nel bene e nel male; completa l’81,9% dei passaggi, un dato alto, che dimostra come sia un giocatore bravo a fluidificare il gioco piuttosto che a definirlo (solo 4 passaggi chiave, 0,6 a partita e 0 big chance create). Deve inoltre migliorare nei cross (2 riusciti su 17 tentati, nonostante Simy al centro dell’area), e nei duelli aerei, dove ha finora un desolante 1/15 di duelli vinti.

Messias è comunque un combattente (48/109 duelli vinti e 9 tackle, non una brutta cifra per un giocatore offensivo), che non si estranea dal contesto in fase difensiva. I margini di crescita, nonostante non sia un giovane di belle speranze, ci sono, e l’impatto con la Serie A è stato comunque ottimo per un esordiente assoluto che quattro anni fa giocava nei dilettanti; Messias ha la fiducia del suo allenatore e le capacità per continuare a stupirci.

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