Ibanez e Becao sono i due migliori braccetti di questo inizio di stagione
Roger Ibanez e Rodrigo Becao sono due delle più grandi sorprese di questo campionato, secondo noi
Entrambi arrivati in Serie A nel corso del 2019, Roger Ibanez e Rodrigo Becao sono oggi due dei migliori interpreti del ruolo di braccetto in una difesa a tre in Serie A. Un ruolo recitato in maniera differente dai due, un po’ per dinamiche di squadra , un po’ per due stili di gioco differenti.
Roger Ibanez
Che Ibanez avesse talento, tanti lo avevano già capito nelle scorse stagioni. Veloce, forte e con una tecnica palla al piede superiore a quella dei suoi compagni di reparto. Non è semplice comprendere cosa lo abbia frenato in questi primi anni: l’inesperienza, sicuramente, ma anche qualche blocco mentale nato da una serie di errori che ne hanno ritardato la crescita. Sono stati molti gli errori commessi, alcuni anche grossolani, come quello commesso nel derby, ma con Mourinho, uno dei migliori allenatori dal punto di vista motivazionale, il centrale della Roma sembra avere acquisito la giusta sicurezza che lo sta portando ad innalzare il suo livello.
Nella manovra della Roma, Ibanez è fondamentale. Ha qualità nel passaggio per imbucare e, più di ogni altra cosa, è in grado di rompere la linea e sganciarsi oltre il centrocampo, con o senza palla. Ibanez è tra i giocatori che giocano più palloni a partita nella Roma (65, dietro al solo Matic) e, tra i difensori del nostro campionato, anche uno di quelli che più volte tentano e riescono a saltare l’uomo (5/5). Poi c’è la foga agonistica e atletica. Cerca costantemente l’anticipo: è tra i primi difensori in Serie A per intercetti + palloni rubati (3,7 per match). E un buon recupero palla ottenuto da un anticipo può presto tramutarsi in una immediata ripartenza, l’arma tattica che meglio si sposa con le caratteristiche della Roma, che sulle palle dirette sulle punta costruisce buona parte delle sue occasioni più ghiotte. Last but not least, Ibanez è un ossesso nell’area di rigore avversarie sulle situazioni di palla inattiva. Ha ottime letture ed è in grado di liberarsi con grande facilità dalla marcatura avversaria. Tra lo scorso e l’attuale campionato ha già messo a segno 4 reti, e dubitiamo possa fermarsi qui.
Rodrigo Becao
Se con Ibanez possiamo utilizzare gli aggettivi aggressivo e veloce, con Becao possiamo invece parlare di un approccio al ruolo più ‘tattico’. Il brasiliano è un difensore di spiccata intelligenza che negli ultimi anni ha mostrato un’affidabilità invidiabile: a partire dalla stagione 20/21, è stato impiegato 78 volte sulle 84 partite possibili. Dominante di testa anche nell’area avversaria, è tra i difensori che hanno vinto più duelli in Serie A (54).
Ma al di là dei suoi ottimi numeri, ciò che impressione di Becao è la sua conoscenza del gioco. Parliamo per esempio della mossa tattico di Sottil che, persi Molina prima e Soppy poi, ha pensato di rimettere Pereyra sulla corsia destra. Un espediente tattico che sta agevolando enormemente la costruzione dell’Udinese, riuscendo spesso a sfondare da quella parte anche grazie alle capacità in costruzione di Becao. Guardate il primo gol di Beto contro il Monza. Sulla trequarti, il brasiliano chiude un uno-due e serve un pallone perfetto per Beto. Quest’anno Becao tocca molti più palloni nel corso del match e spesso questo avviene nella metà campo avversaria. Sono caratteristiche, queste, che non conoscevamo. La posizione dei due braccetti dell’Udinese, più alti e aggressivi rispetto alla scorsa stagione e sempre pronti ad aggredire il portatore di palla e far ripartire con qualità la squadra, permette all’Udinese di asfissiare gli avversari e mantenere il controllo del pallone e della partita (la squadra di Sottil è ultima per possesso palla nella propria metà campo e settima per possesso palla nella metà campo avversaria). Becao godeva già di una buona reputazione, ma ora sta aggiungendo nuove conoscenze al suo gioco che potrebbero portarlo molto lontano. Dovesse continuare così, meriterà una chance anche in palcoscenici migliori. Magari la Champions League, magari con l’Udinese…