Con De Ketelaere, il Milan aggiunge una soluzione per spezzare le difese
Se non funzionano i dribbling di Leao, il Milan fatica a rendersi pericoloso. Con De Ketelaere si potrebbe vedere qualcosa di nuovo, soprattutto in un certo tipo di partite
Contro la difesa serrata e rocciosa dell’Atalanta, il Milan ha fatto fatica a creare nitide occasioni da rete. Forse per vincerla sarebbe servita una giocata, una di quelle tipiche di Leao, ma si sa già dallo scorso anno quanto il dribbling del portoghese si affievolisca contro difese così basse. Più che mai al Milan servirebbe una nuova via per affrontare squadre chiuse, per evitare, ad esempio, il ripetersi di pareggi a reti bianche come quelli dello scorso anno contro Bologna, Torino e Juventus. Eppure la soluzione per questo tipo di partite potrebbe essersi già intravista a Bergamo. Tra le offensive rossonere, ce n’è stata solo una che si è distinta per qualità e pericolosità. Quella di Charles De Ketelaere.
Entrato da appena due minuti, De Ketelaere riesce a liberarsi alle spalle dei centrocampisti e in un battito di ciglia serve Tonali solo davanti a Musso. Un’imbucata mai trovata dal Milan prima del suo ingresso. Sintomo, piuttosto che di qualità, di una innata capacità di leggere le situazioni di gioco. De Ketelaere nota l’inserimento senza palla di Tonali, che porta fuori posizione De Roon, svuotando lo spazio dove ricevere palla. Il bel filtrante successivo è solo figlio di quell’intuizione. Un tipo di verticalizzazione centrale quasi inedita nei classici sistemi rossoneri, che solitamente si rendono pericolosi grazie agli sfondamenti individuali e alle riaggressioni alte sui portatori palla. Guarda caso, nella scorsa Serie A il Milan è stato settimo per Big Chance create attraverso passaggi (56, di poco sopra a Udinese e Bologna ma lontano anni luce dalle 90 dell’Inter). Una parziale spiegazione si poteva trovare nell’assenza di un vero numero 10 sulla trequarti, o perlomeno, di un qualcuno capace di alzare il tasso tecnico dalla mediana in su. Brahim Diaz, per quanto possa eccellere nello stretto, non sembra ancora possedere quelle letture di tempi e di spazi utili per determinare tra le linee difensive. Contro l’Atalanta ha toccato 25 palloni in 59 minuti: dopo i 19 tocchi di Rebic, che aveva tutt’altri compiti, è stato il peggior dato rossonero raccolto tra quelli schierati dall’inizio. E perdipiù, nessuno di quei tocchi si è poi tramutato in un qualcosa di pericoloso (le statistiche riportano di due passaggi chiave, ma entrambi sono stati due semplici passaggi per Leao che ha tentato l’azione personale). Di De Ketelaere si è visto ancora poco, ma le prime impressioni danno l’idea di un giocatore molto più vicino a ciò che serve al Milan per fare questo step ulteriore. Molto più fantasista di Diaz, nonchè più concreto. Contro l’Udinese ha giocato 16 minuti, 31 contro l’Atalanta e molto probabilmente contro il Bologna debutterà dal primo minuto. Un normale apprendistato.
Che poi, in quest’ottica di trequartista-fantasista, la prima alternativa a De Ketelaere, per caratteristiche, dovrebbe essere Adli piuttosto che Diaz. Anche lui più uomo da ultimo passaggio e creatore di spazi. Alla domanda del perchè non sia ancora sceso in campo, come spesso accade, la risposta è quella più scontata: il ragazzo non è ancora pronto. Ricordiamoci che si tratta di un 2000, reduce da un ultimo posto con il Bordeaux in Ligue 1. Per fare un parallelo, sarebbe come chiedere a Busio del Venezia di fare la differenza in una big estera. Tempo al tempo, i giovani del Milan si faranno.
Di Emanuele Zani