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Come potrebbe giocare la nuova Juventus di Massimiliano Allegri

La Juventus cambia volto con i nuovi acquisti. Ma come possono essere schierati in campo? Cerchiamo di capire quale sia la soluzione più adatta alla Juventus

Sono diversi i volti nuovi appena approdati in casa Juventus. Chi arriva dal mercato, chi torna dai prestiti; tutto ciò per provare a riscattare l’ultima annata ritenuta al di sotto delle aspettative. Lo scorso anno Massimiliano Allegri era solito adottare diversi sistemi di gioco, scegliendo di volta in volta in base ai calciatori a disposizione e all’avversario da affrontare. Lo farà anche quest’anno?

Il gioco di Massimiliano Allegri

Dando per scontata la difesa a quattro, sarà la scelta dei centrocampisti titolari che caratterizzerà il nuovo modulo. Quello che attualmente sta andando per la maggiore è il 4-3-3, tendente al 4-2-3-1 a seconda di come si voglia interpretare la mezzala più offensiva. Un ruolo che sembrava disegnato apposta per Paul Pogba. Il suo infortunio non sembra poi aver stravolto i piani di Max Allegri, tanto da aver proseguito con lo stesso assetto anche nell’amichevole contro Barcellona e Real Madrid. Da quella partita è emersa un novità tattica: un ricercato tentativo di uscire palla al piede dal pressing avversario, al fine di innescare i giocatori di qualità negli spazi per creare l’azione offensiva. Fondamentale il ruolo dei tre centrocampisti: il vertice centrale con compiti di smistamento del pallone e riconquista della palla, con le due mezzali adibite al supporto dello sviluppo offensivo e al pressing alto. I terzini appiano necessari nell’avvio della manovra, ma, un po’ per caratteristiche e un po’ per richieste, difficilmente accompagnano la fase finale dell’azione. Seppur il modulo preveda l’utilizzo delle ali, il gioco offensivo si sviluppa in grande parte al centro, ricercando le famose imbucate per la punta, oppure gli smarcamenti centrali degli esterni offensivi che tagliano dentro il campo. Questi passaggi radenti tra le linee avversarie spesso partono dal centrocampista di turno, dopo aver saltato il pressing nemico, oppure direttamente dal difensore (Bonucci in questo è unico). La punta interagisce spesso con i compagni, sia per dar vita ad una transizione offensiva, sia per scattare in profondità e allargare le maglie delle difese avversarie.

In fase di non possesso, sembra chiara l’intenzione di voler difendere il centro del campo, preferendo lasciare più scoperte le fasce esterne. I centrocampisti si posizionano vicini tra loro, marcando a uomo i riferimenti avversari e impedendo quei filtranti in grado di spezzare in due la squadra. Le ali aiutano la fase difensiva, andando ad accoppiarsi con i terzini avversari, e l’attaccante, spesso aiutato da una delle due mezzali, punta alla riconquista del pallone con un pressing che porta l’avversario all’errore. Più che aggressiva, pare una pressione alta, allo scopo di confinare l’avversario nella sua metà campo, scommettendo su un indecisione del portatore palla per aggredirlo.

Difesa

La retroguardia, con il ballottaggio Danilo-Cuadrado nel ruolo di terzino destro, sarà composta da Bonucci e Bremer, con Alex Sandro come terzino sinistro. Una difesa sicuramente più preoccupata a difendere che a proporsi in avanti, che rende la Juventus più solida, sorretta da uno dei migliori pararigori del campionato, Szczesny. Bremer sembra trovarsi a suo agio anche in una difesa a quattro, sul lato sinistro. Ha una fisicità dominante, che tornerà parecchio utile sui calci piazzati contro e a favore. Sul fronte riserve, permane la sensazione che manchi ancora qualcosa. Dopotutto, Bonucci ha mostrato di non essere più così affidabile fisicamente, avendo disputato solo 24 partite in Serie A lo scorso anno, il dato più basso mai registrato da quando è alla Juventus. Con un Rugani sul piede di partenza, l’unico centrale rimasto è Federico Gatti, al debutto nel massimo campionato italiano. In precampionato si è fatto notare positivamente, possiede un fisico degno di nota ed è ottimo nei colpi di testa. Potrebbe essere avere più spazio del previsto e chissà che non possa trovare la via del gol come lo scorso anno (a Frosinone, 5 reti in 35 presenze). Anche la questione terzino sinistro rimane in stallo. Il titolare dovrebbe essere nuovamente Alex Sandro, che ormai da troppo tempo sembra aver perso la brillantezza che eravamo soliti riconoscergli. 28 presenze, di cui 17 da titolare, con zero gol e 1 assist, gli stessi numeri raccolti anche da Luca Pellegrini, il suo sostituto. Sulle fasce, è sempre presente il buon Mattia De Sciglio, capace di alternarsi sia a destra che a sinistra. Un jolly da 20 presenze lo scorso anno, 13 volte dal primo minuto.

Centrocampo

Immaginando un centrocampo a tre “fluido”, Pogba sarebbe dovuto essere la mezzala di sinistra con licenza di spingersi fino alla trequarti. Nell’amichevole contro il Real Madrid, quella mattonella è stata presa da Nicolò Fagioli, uno dei più positivi del precampionato bianconero. Se si chiedeva una qualità maggiore al centrocampo della Juventus, Fagioli sembra essere uno dei giocatori giusti su cui puntare, tanto da essere il sostituto a centrocampo più valido fino al rientro di Pogba. Al suo fianco, da vertice basso, il titolare sarà certamente Locatelli, bravissimo nei compiti di rottura tanto quanto in quelli di impostazione. Lo scorso anno, oltre ad essere, dopo Arthur, il centrocampista bianconero con più passaggi completati P90, ha vinto più del 50% dei duelli a cui ha partecipato e riguadagnato almeno 2 possessi per partita. Se Locatelli ormai si avvicina al prototipo del centrocampista universale, al suo fianco serve qualcuno che lo supporti nelle due fasi del gioco. Magari qualcuno dotato di maggiore velocità, come può essere Zakaria, o un’alternativa come Mckennie. Saranno scelte che Allegri farà ‘sull’avversario’ di turno. Dal prestito è tornato il classe 2001 Rovella, anche lui capace di mettersi in mostra nella tournée americana. Sembra a suo agio nel ruolo di vertice basso, tanto da delineare per sè un ruolo da prima riserva di Locatelli, pur mantenendo una fisicità diversa ma una certa somiglianza sul piano tecnico. Un giocatore all’occorrenza capace di ricoprire tutti questi ruoli potrebbe essere l’enfant prodige del settore giovanile Fabio Miretti. Come abbiamo raccontato qui, ci è apparso essere un giocatore ancora più offensivo rispetto al ruolo in cui lo aveva provato Allegri lo scorso anno. Un 10, tecnico e con pensate calcistiche di livello superiore. Purtroppo non ha avuto modo di partecipare ai primi test amichevoli poichè reduce dalle fatiche dell’Europeo U19, ma confidiamo che possa ritagliarsi il suo spazio lungo il campionato. Discorso opposto per Rabiot e Arthur. Il primo sembra abbia voglia di cambiare aria. Dovesse rimanere, si giocherebbe le sue carte. Il secondo appare invece sempre più distante da Torino e comunque fuori dal progetto tecnico di questa Juventus.

Attacco

Difesa e centrocampo dovranno poi essere bravi a reggere il tridente formato, quando sarà al completo, da Di Maria, Vlahovic e Chiesa. Il nuovo arrivato, Di Maria, dovrà muoversi sulla destra con l’obiettivo di servire i migliori palloni a Vlahovic o addirittura tentare la progressione centrale per colpire con il suo mancino. Ha le potenzialità per centrare la famigerata doppia-doppia, come analizzato nel dettaglio qui, dal momento che non dovrebbe avere un’agguerrita concorrenza alle spalle. Vlahovic chiaramente sarà il riferimento centrale della Juventus, pronto a fare a sportellate con i difensori di Serie A e capitalizzare gli assist delle due ali. Il discorso più complesso riguarda Chiesa: una prospettiva ottimistica lo vedrebbe rientrare agli inizi di settembre, tra la quinta giornata e la sesta giornata. Più probabile un suo ritorno dopo la sosta delle nazionali, saltando così le prime 7 giornate. Tuttavia, come sostenuto anche da Allegri, per rivedere un Chiesa in piena forma occorrerà aspettare ancora qualche mesetto. Ad oggi, il rimedio più sicuro prevede l’impiego di Moise Kean sulla fascia sinistra. Ha il passo per accompagnare i contropiedi e la tecnica sufficiente per puntare il difensore avversario. Sarebbe una soluzione tampone, di emergenza fino al rientro di Chiesa o all’eventuale arrivo di qualcuno dal mercato. Infatti la Juventus pare non avere una panchina così lunga, perlomeno in attacco. Come prima riserva a Vlahovic ci sarebbe, appunto, il solo Kean. Nelle attuali seconde linee compaiono giovani di belle speranze ma ancora troppo acerbi, come Soulè, Kaio Jorge e Akè.

Una variazione tattica: il 4-4-2

Esisterebbe una seconda via per sopperire all’assenza di Chiesa: una variazione tattica tanto cara a mister Allegri potrebbe essere il passaggio al 4-4-2. Confermando in blocco la difesa, si potrebbe vedere Cuadrado come esterno di destra sopra a Danilo, con una mediana a due formata da Locatelli e Zakaria. Il duo d’attacco potrebbe essere così formato da Di Maria e Vlahovic. Ma chi mettere sull’out di sinistra? Il dubbio si pone fintanto che non sono presenti nè Chiesa nè Pogba (ruolo ricoperto sporadicamente a Manchester), ma le soluzioni non mancano: Rabiot ha già giocato lì, come McKennie. In tutto ciò, dalle voci di mercato, sembra chiaro un tentativo per Filip Kostic del Eintracht Francoforte, che sarebbe il perfetto interprete in quel ruolo di esterno sinistro.

Punti di forza

  • Difesa solida
  • Riserve di livello a centrocampo
  • Tridente di assoluta qualità (quando sarà al completo)
  • Secondo anno con Allegri
  • Ricerca del possesso palla e delle verticalizzazioni
  • Pericolosità su corner e calci piazzati

Punti deboli

  • Fragilità fisica di certi elementi chiave
  • Terzini bloccati, che faticano ad accompagnare l’azione
  • Rischio di lentezza nel giro palla
  • Perdita di figure chiave nello spogliatoio

Battitori

  • Rigori: Vlahovic / Bonucci
  • Punizioni: Di Maria / Vlahovic / Pogba
  • Corner: Di Maria /Pogba / Cuadrado

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