Rebus Adli: mediano o trequartista nel Milan?
Yacine Adli arriva al Milan con il fascino del giocatore misterioso di talento. Ma come gioca Adli? In quale ruolo è più credibile?
Le immagini dei primi allenamenti di Yacine Adli a Milanello spopolano sul web. Difficile dire se l’hype nei suoi confronti sia giustificato, così come rimane ancora senza risposta la domanda sul suo ruolo. Mediano o trequartista? In conferenza ha ribadito che gli basta scendere in campo, sgusciando via dal tema. Ed ecco che tocca a noi dare una risposta – non facile – basandoci su quello visto negli anni in Francia con il Bordeaux. Tutte le statistiche provengono dalla scheda di Yacine Adli su Soccerment.
Chi è Yacine Adli?
Cento presenze esatte di Ligue 1, spaziando tra il ruolo di mezzala e quello di trequartista, con qualche presenza da vertice basso fino a comparire, nei tabellini, come esterno di centrocampo. Sembrerebbe la descrizione di un giocatore versatile, capace di un po’ di tutto, ma nella realtà Adli pare un calciatore piuttosto adimensionale. Per carità, non vedetelo come un difetto. Adli vive di giocate. La sua sola dimensione – appunto – è quella di cercare l’azione migliore per offendere gli avversari, facendo affidamento sui dribbling (in stagione, 80 tentati con il 58% di precisione, sarebbe il quinto nel Milan) e i passaggi (59 key passes, di cui 7 diventati assist, il migliore del Bordeaux. Numeri eccellenti se rapportati a un qualsiasi centrocampista di una squadra di bassa classifica. Con questi tocchi e movenze quasi fossero passi di danza, che qualche nostalgico si è azzardato a paragonare a quelli di Zidane, si esprime il suo calcio. Un calcio tanto elegante quanto rischioso: in media, sono almeno 13 i possessi persi da lui in partita, uno in più di quelli che spreca Leao, che fa tutt’altro ruolo. Di logica, la stessa percentuale di passaggi completati risulta bassa per un centrocampista: 78.2%. Nel centrocampo del Milan nessuno scende sotto l’85% di Rade Krunic.
Tra tutti i giocatori del Bordeaux nella Ligue 1 trascorsa, è lui quello che ha collezionato il maggior numero di presenze: 36, di cui 25 da titolare. Terzo per tempo trascorso in campo (2261 minuti) e primo per palloni toccati con una quarantina circa di tocchi per partita. Non si vede spesso al tiro: sono stati 32 i tiri effettuati e 15 hanno centrato lo specchio della porta. Questo suo modo di giocare che predilige il passaggio al tiro, lo porta a segnare meno rispetto agli assist che fornisce: quest’anno una sola rete porta la sua firma, solo la 6° nelle 100 presenze di Ligue 1, a fronte di 15 assist. Dal punto di vista difensivo, il suo apporto si limita alle letture di posizionamento e alle pressioni sugli avversari. Nonostante il metro e 85 d’altezza, possiede meno della metà di duelli vinti a terra e ancor meno se consideriamo quelli aerei (vittorioso nel 38,7 per cento dei casi).
Tuttavia, occorre sottolineare che la stagione vissuta quest’anno a Bordeaux è stata del tutto anomala, dentro e fuori dal campo. Sono arrivati ultimi, con 91 reti subite, di gran lunga la peggior difesa dei top 5 campionati europei, ma comunque capaci di segnare 52 gol, gli stessi del Nizza arrivato quinto. Sintomo di una squadra totalmente squilibrata, che sicuramente ha inflazionato, nel bene e nel male, le statistiche di Yacine Adli.
Il ruolo di Adli nel Milan
Il ruolo più credibile che Yacine Adli potrà occupare nel Milan è quello di trequartista, così come è stato testato nella partitella del primo giorno di ritiro. Una posizione che al momento non possiede altro interprete che Brahim Diaz. Anche Krunic e Pobega potrebbero occupare quella mattonella, ma con caratteristiche e compiti chiaramente diversi. Adli ha il dribbling e soprattutto la visione necessaria per cercare di dare un senso più offensivo a quel ruolo nel 4-2-3-1 del Milan. Non va preclusa la possibilità di passare ad un centrocampo a tre con lui in campo, meglio se mezzala di sinistra, dove avrebbe modo di vedere più campo con il suo destro e imbucare gli inserimenti di Theo o, chissà, i futuri attacchi alla profondità di Origi.
Molto più difficile immaginarlo come uno dei due mediani. Ci sono già Bennacer e Tonali, poi all’occorrenza Krunic e Pobega, entrambi due alternative più efficaci di Adli sulla mediana. La praticità richiesta per questo ruolo limiterebbe fin troppo la vena creativa di Adli e, viceversa, la costante voglia di tentare una giocata potrebbe portare più guai che vantaggi. Rimane pur sempre un ragazzo del 2000, che magari, col tempo, affinerà la capacità di saper prendere le decisioni più giuste e sarà in grado di ricoprire un ruolo di responsabilità come quello di mediano davanti alla difesa senza eccessivi problemi. Ma ad oggi, sembra ancora troppo fumoso. Speriamo ci faccia cambiare presto idea!
di Emanuele Zani