L’importanza di Danilo nella manovra della Juventus
Al netto di assenze pesanti e millimetri di fuorigioco, i Bianconeri affrontano una prima mini-crisi di risultati. Abbiamo analizzato qualche numero per capire quali siano gli step necessari alla maturazione del gioco richiesto da Pirlo.
Una vittoria e tre pareggi: questo lo score maturato (sul campo) fin qui dalla Juventus di Pirlo in campionato; evidentemente non abbastanza per una squadra che punta allo storico traguardo del decimo scudetto consecutivo. É chiaro che, alla quinta partita, un processo all’allenatore sarebbe fuori luogo, sapendo che la squadra sta attraversando un fisiologico percorso di crescita, ma una lucida analisi può far emergere le principali difficoltà incontrate sin qui dalla squadra Campione d’Italia.
Gli avversari costringono la Juve a cambiare “regista”
La partita contro l’Hellas Verona ha messo in evidenza una certa difficoltà della Juventus ad uscire dalla prima linea di pressione avversaria: la squadra di Juric ha infatti pressato a tutto campo, creando degli 1vs1 e riuscendo a chiudere le linee di passaggio, per poter aggredire il portatore di palla o costringerlo a forzare la giocata. Nella filosofia di gioco di Pirlo è fondamentale la costruzione bassa, fase in cui Leonardo Bonucci dovrebbe essere il “naturale” protagonista; usiamo il condizionale perché non sempre è andata così in queste prime uscite stagionali. Gli avversari hanno spesso costretto la Juventus a passare per un altro “canale”: i piedi di Danilo.
Player | Passaggi totali (P90) | Tocchi (P90) | Palloni ricevuti (P90) |
Danilo | 337 (84,3) | 421 (105,3) | 301 (75,3) |
Bonucci | 241 (62,9) | 285 (74,3) | 198 (51,7) |
Come accaduto domenica scorsa (ma non solo), la pressione avversaria si concentra maggiormente sul centrale della Nazionale, il più delle volte impossibilitato nel ricevere il pallone e soprattutto nell’impostare con pulizia; ecco allora che diventa Danilo il giocatore più coinvolto in fase di costruzione e di uscita del pallone. Il brasiliano tocca in media 105,3 palloni a partita (31 in più di Bonucci) ed effettua 84,3 passaggi (21,4 in più del compagno di reparto). Un altro dato che ci dà conferma di questo problema è quello che mette in evidenza il numero di volte in cui un giocatore è stato destinatario di un passaggio da parte di un suo compagno: 75,3 Danilo (il più cercato), 51,7 Bonucci (valori per 90’); questo indica chiaramente come la squadra si trovi spesso “obbligata” a passare per il centrale di destra piuttosto che lasciare a Bonucci l’inizio azione. Ovviamente l’abilità (e l’abitudine) ad impostare è molto differente tra i due e questo sembra portare non pochi problemi alla manovra dei Bianconeri, nonostante Danilo non stia sfigurando (89.9% di passaggi riusciti, 38,5 passaggi nella metà campo offensiva per 90 minuti).
Il neo allenatore della Juventus si è accorto di questa tendenza, come dimostra il tentativo di spostare Bonucci sul centro sinistra nella prima di Champions contro la Dinamo Kiev, cercando di far trovare al suo giocatore lo spazio necessario ad impostare la manovra: esperimento durato, però, solo 19 minuti, causa infortunio di Chiellini. Anche domenica sera abbiamo visto Bonucci spostarsi dalla zona centrale, venendo in qualche occasione a cercare il pallone più avanti, sulla linea dei centrocampisti (specialmente nel primo tempo, data la grande aggressività del Verona).
Lavori in corso, dunque, per Pirlo ed il suo staff, che si trovano davanti alla prima grande sfida, quella contro il Barcellona, con non pochi nodi da sciogliere e con la probabile assenza proprio di Leonardo Bonucci. Che sia l’occasione per trovare nuove soluzioni?