La Lazio secondo Tare: le migliori e peggiori operazioni di mercato da DS
Marcos Antonio è il primo colpo estivo del DS biancoceleste, che in oltre un decennio si è reso protagonista di grandi colpi e qualche rimpianto
È a Roma, sponda biancoceleste, dal 2005, mentre dal 2009 ricopre il ruolo di direttore sportivo in un sodalizio con Claudio Lotito che di fatto va avanti da 13 anni, nella progettazione e gestione della Lazio. Tra alti e bassi in termini di risultati sportivi, il lavoro di Igli Tare si è sempre distinto per la capacità di scovare ottimi giocatori a basso costo, lontano dagli acuti di mercato che hanno contraddistinto le altre Big del campionato italiano.
Un mercato quasi sempre in sordina, a volte fin troppo essenziale a sentire le lamentele dei tifosi laziali, ma sempre mirato e coerente con la filosofia della società biancoceleste, tra colpi di mercato che hanno fare il salto di qualità e qualche operazione non riuscita. In attesa di scoprire se anche Marcos Antonio sarà un affare, vi riassumiamo le tre migliori e le tre peggiori operazioni di Tare da quando è il DS della Lazio.
I tre peggiori acquisti
Per valutare le tre peggiori operazioni di mercato abbiamo considerato come criteri ovviamente il rapporto tra il costo del cartellino e il rendimento del giocatore in maglia biancoceleste, ma anche l’attuale valore di mercato, in certe occasioni aumentato lontano da Roma.
Partiamo da Muriqi. Arrivato nell’estate del 2020 dal Fenerbahce, per poco meno di 20 milioni di euro, il nazionale kosovaro è il secondo acquisto più costoso con Tare in dirigenza, dietro solo a Zarate nel 2009 (20,2 milioni di euro). Nella storia della Lazio entra addirittura in top 10, al nono posto. In un anno e mezzo nella Capitale, l’attaccante ha fallito prima come alternativa d’attacco con Inzaghi, e poi anche come vice-Immobile con Sarri, raccogliendo 49 presenze tra tutte le competizioni e due sole reti, una in campionato e una in Coppa Italia. Da questo inverno è stato ceduto in prestito al Mallorca, che può ancora esercitare un diritto di riscatto a 12 milioni di euro. Indipendentemente da questo, la sua avventura alla Lazio può considerarsi giunta al termine.
Dal punto di vista prettamente economico, l’operazione di Pedro Neto almeno non è stata in perdita. Siamo nell’estate del 2019, e il giovane portoghese viene prelevato dal Braga (assieme a Bruno Jordao, altra meteora) per 11 milioni di riscatto a fronte di altri 7,5 spesi due anni prima per il prestito oneroso. Una spesa tale viene giustificata dall’immediata cessione al Wolverhampton per 17,9 milioni di euro. Bene per far tornare i conti, male da un punto di vista tecnico, con la società che si lascia sfuggire un giovane senza poterlo mai testare veramente, viste le sole 4 presenze in A, e che in Inghilterra realizzerà 11 reti coi Wolves vedendo il suo valore di mercato lievitare a 32 milioni di euro (fonte: Transfermarkt).
Chiudiamo con un’altra operazione di mercato risalente alla stessa estate. Dal Copenhaghen la Lazio acquista Denis Vavro, difensore di nazionalità slovacca arrivato in Italia per 10,5 milioni di euro con ottime credenziali e un profilo idealmente perfetto per rinnovare l’esperta retroguardia biancoceleste. Le cose però sono andate in maniera diversa, e Vavro si è ritagliato pochissimo spazio (una ventina di presenze in 3 anni). Pur essendo ancora in rosa, anche per il centrale il futuro pare essere lontano da Roma,
I tre migliori acquisti
Tra le tante, buone, operazioni targate Igli Tare, abbiamo dovuto scegliere quelle che hanno reso di più sotto il profilo delle performance sportive. I nomi non saranno delle sorprese, ma forse è bene ricordare da dove e come sono arrivati quelli che oggi sono i punti fermi della Lazio.
Procediamo in ordine cronologico, e il primo colpaccio risponde al nome di Sergej MIlinkovic-Savic. Acquistato nel 2015 per 12 milioni dal Genk, il centrocampista serbo stregò gli osservatori di mezza Europa vincendo il Mondiale U-20 qualche mese prima, e Tare fu il più veloce ad assicurarselo. Diventato oggi una bandiera della Lazio, in biancoceleste il Sergente ha totalizzato 294 presenze e 58 reti, vinto due Supercoppa e una Coppa Italia oltre ad aver raggiunto un valore di mercato che tocca i 70 milioni di euro.
Pensare oggi che Ciro Immobile è stato acquistato per soli 9,45 milioni di euro fa un certo effetto. Eppure in quel preciso momento storico, nel 2016, l’attaccante campano aveva avuto esperienze estere decisamente negative con Siviglia e Borussia Dortmund. Credere nell’attaccante ex Genoa e Torino, all’epoca non più una giovanissima promessa, appare solo oggi, dopo 259 presenze e 182 reti – miglior marcatore all time della Lazio – un affare scontato.
Per certi versi simile, ma ancor più sorprendente è stata la storia di Luis Alberto. Acquistato nel 2016 come Immobile, ma negli ultimi giorni di mercato, il trequartista spagnolo viene prelevato dal Liverpool per 4 milioni di euro. Fino a quel momento la carriera di Luis Alberto sembrava seguire un sentiero visto più e più volte: passato per i prestigiosi vivai di Siviglia e Barcellona, approda in Inghilterra ma senza mai sfondare. Tanti prestiti fino alla cessione da parte dei Reds alla Lazio, con il Mago che arriva come una scommessa. Scommessa rivelatasi poi vincente con l’andaluso cha ad oggi ha contribuito con 40 reti e 60 assist in tutte le competizioni.