Serie A, la lotta salvezza si fa sempre più calda

A tre giornate dalla fine sono quattro le squadre in lotta per la salvezza: vediamo stato di forma, calendario, punti deboli e di forza delle contendenti all’ultimo posto nella Serie A 2022/2023

Davide Nicola US Salernitana

A tre giornate dalla fine del campionato, ormai la lotta salvezza è ristretta a quattro squadre: il Cagliari, ad ora fuori dalla zona retrocessione con 28 punti, la Salernitana – che recupererà però lo scontro diretto con il Venezia giovedì sera a 26 punti – il Genoa (25 punti) e lo stesso Venezia, fanalino di coda con soli 22 punti. Analizziamole una per una valutando stato di forma, calendario e possibilità di salvezza delle quattro contendenti.

Cagliari, Joao Pedro non basta per salvarsi

Joao Pedro of Cagliari
Joao Pedro (Photo by Enrico Locci/Getty Images)

La squadra rossoblù è ad ora quartultima ma il trend è fortemente negativo: da marzo in poi, il Cagliari ha conquistato soltanto tre punti in otto giornate. Ciò che colpisce, ultimamente, è l’atteggiamento dimesso della squadra, che ormai sembra aspettare di prendere gli schiaffoni dagli avversari per provare a reagire: nell’ultima partita, che è costata la panchina a Mazzarri, il Cagliari non è praticamente entrato in campo, passando tutto il primo tempo a subire l’aggressività degli scaligeri e avendo un – debole – sussulto solo dopo il gol di Joao Pedro. I gol, ecco un altro problema: dall’inizio della crisi i sardi hanno segnato solo 4 gol e 3 portano la firma di Joao Pedro; questo problema ha radici lontane, tanto che i rossoblù hanno il quartultimo attacco con soli 7 giocatori in gol.

Il cambio allenatore si spera possa dare una scossa: a centrocampo, a parte Grassi, sta soffrendo non poco e nessuno dei mediani a disposizioni è riuscito a trovare continuità; si nota l’assenza di Nandez, infortunato per i primi 4 mesi del 2022 e di Rog, rientrato a inizio aprile dopo la rottura del crociato. Anche Bellanova è in vistoso calo: l’ex atalantino non riesce più a sfruttare la sua velocità, arma in più dei primi due mesi del 2022 per i rossoblù. Migliorare questi fattori sarà fondamentale per affrontare i due fondamentali scontri diretti di Salerno e Venezia, inframezzati dal match casalingo contro un’Inter ancora in lotta per il titolo.

Salernitana, l’ennesimo miracolo di Nicola?

Ederson of US Salernitana
Ederson (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Quello che sta succedendo a Salerno, sembra avere dell’incredibile: l’arrivo di Davide Nicola a metà febbraio sembrava aver dato una scossa, ma i risultati stentavano ad arrivare, con soli 3 pareggi nelle prime 7 giornate sotto la guida del tecnico piemontese. La vittoria contro la Sampdoria ha segnato una svolta, infatti da allora la Salernitana ha conquistato 10 punti in 4 partite e ora è a sole due lunghezze dal Cagliari, dovendo però recuperare il match contro il Venezia: è da quella partita e dal successivo scontro diretto con i rossoblù che passano le speranze dei campani.

I granata hanno cambiato totalmente mentalità, migliorando la propria condizione fisica – ora pressano in maniera continua e organizzata – e riescono ad essere molto più pericolosi in avanti grazie anche agli acquisti di Verdi ed Ederson, rispettivamente tre e due gol dal loro arrivo. La manovra si appoggia su Djuric: ha segnato soli 5 gol, ma è il miglior giocatore del campionato per contrasti e duelli aerei vinti. Questo permette alla squadra di avere sempre un riferimento sicuro. Coulibaly, Verdi, Bonazzoli ed Ederson accompagnano sempre l’azione senza palla e l’attaccante bosniaco nelle ultime 3 partite ha collezionato due assist. L’atteggiamento è la chiave, e mantenendolo anche nelle prossime sfide, ad alta tensione, le possibilità di salvarsi sono concrete: il punto debole è la difesa, che è la peggiore del campionato (71 gol subiti) e dall’arrivo di Nicola ha conquistato una sola imbattibilità, subendo 18 gol in 11 partite.

Genoa, la difesa solida non è abbastanza

Alexander Blessin head coach of Genoa
Alexander Blessin (Photo by Getty Images)

A Gennaio il Genoa ha investito su Blessin, pagando la clausola rescissoria di 1.5 milioni: il Grifone aveva mille problemi in tutti i reparti. La gestione Preziosi aveva costruito una rosa non all’altezza della categoria. L’ex allenatore delle giovanili del Lipsia ha avuto il grande merito di compattare la squadra, ridando solidità alla retroguardia, che ha subito soli 10 gol nelle 13 partite sotto la sua guida, e rilanciando Sirigu, che dalla ventitreesima giornata, quella della prima panchina di Blessin, è secondo per clean sheet ottenuti, dietro solo a un top di questa stagione. Tutto questo ha però avuto un prezzo: i gol segnati sono soltanto 5, e va da se che le vittorie siano davvero poche – due, entrambe per 1-0, più 7 pareggi.

Il capocannoniere è sempre lui, Mattia Destro, 9 gol. Il gegenpressing del Grifone permette alla squadra di non schiacciarsi nella proprià metà campo, ma la qualità è poca e non permette alla squadra di essere pericolosa in fase offensiva, limitandosi alle scorribande di Portanova e a qualche lampo di Ekuban e Yeboah. Il calendario del Grifone è ora pessimo: Juventus e Napoli attendono i rossoblù prima dell’atto finale a Marassi contro il Bologna: non fare punti prima dell’ultima giornata vorrebbe dire essere matematicamente retrocessi, visto che con lo scontro diretto tra Salernitana e Cagliari almeno una delle due squadre sarebbe distante più di tre punti.

Venezia, la magia è finita?

Mattia Aramu, Venezia
Mattia Aramu (Photo by Getty Images)

La prima parte del campionato aveva fatto illudere sui lagunari guidati da Zanetti: 15 punti nelle prime 13 giornate – fino a metà novembre – e zona retrocessione ampiamente alle spalle! Da allora, la luce si è completamente spenta, tanto che il Venezia ha conquistato solo 7 punti nelle successive 21 giornate, piombando all’ultimo posto in classifica con soli 22 punti, 6 lunghezze dietro il quartultimo posto. Penultimo attacco del campionato e terzultima difesa, la situazione ora sembra essere compromessa. Il calo è coinciso con quello del suo leader tecnico, Mattia Aramu, a secco per un intero girone (dalla 18ª giornata alla 35ª, sempre contro la Juventus) e scavalcato da Henry come capocannoniere della squadra (7 goal e una stagione di alti e bassi).

Il Venezia paga un po’ di inesperienza e un mercato di gennaio che ha aggiunto davvero poco alla squadra (deludenti le prestazioni di Nani e Cuisance, i due che avrebbero dovuto far salire il livello tecnico della squadra) Il centrocampo, dotato di buona tecnica, non riesce a fare il giusto filtro, tanto che a parte Vacca – che ha giocato però meno di 1000 minuti – e Kiyine, tutti gli altri giocatori della mediana sono fuori dalla top 100 per duelli vinti.. Il cambio di allenatore – Soncin ha sostituito Zanetti – somiglia più che altro a una reazione tardiva. Contro la Juventus la squadra ha disputato una buona partita ma è nuovamente uscita dal campo con 0 punti. Ora sarà il recupero con la Salernitana a decidere le sorti del Venezia, una sorta di ultima spiaggia: se arriverà la decima sconfitta consecutiva, la retrocessione sarà (quasi) inevitabile.

A cura di Andrea Moi

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