Cotte Vol. B – Nicolò Fagioli
Il protagonista del primo episodio di ‘Cotte’, la serie dedicata ai talenti U25 della Serie B, ha come protagonista Nicolò Fagioli, centrocampista della Cremonese
Cotte è un format che nasce per caso nell’aprile del 2020 sulla nostra pagina Instagram. Una foto di Nahuel Molina, pubblicata dopo una sconfitta dell’Udinese a Cagliari, e quel “ci siamo innamorati di” in descrizione. Due tonnellate e mezzo di like per un giocatore all’epoca ancora poco noto e l’idea di trasformare quel post in una serie. Con Francesco F. Pagani aka @sciabolataFFP abbiamo deciso di rinverdire il format per parlare di Serie B, o meglio dei giovani calciatori che si stanno facendo le ossa nel campionato cadetto e presto ci auguriamo di ritrovare in Serie A. Un episodio, un calciatore. Sempre di giovedì.
Ruolo: Centrocampista
Squadra: US Cremonese (in prestito dalla Juventus)
Anno di nascita: 2001
Piede: Destro
Più che una cotta, nei confronti di Nicolò Fagioli ho subito un vero e proprio colpo di fulmine. Data e partita non saprei precisarle, ma le sensazioni che provai nel vederlo giocare quel primo pallone le ricordo benissimo, perché sono situazioni che ti colpiscono come un jab al mento. Del contesto ricordo solo che aveva 16 anni e giocava sotto età nella Primavera juventina. Gli arriva una palla a spiovere al limite dell’area, la controlla di destro a seguire e con un uno-due rapido destro-sinistro fa secchi due avversari, per calciare poi di mancino (attenzione, suo piede debole) di poco a lato. Per carità, anche io che non potevo circolare in Terza Categoria ho tirato fuori dal cilindro delle giocate assurde, in tanti anni di calcio… può capitare. Ma quando ti trovi di fronte a certi talenti, può davvero bastarti una palla per innamorarti. Il mio amore per Nicolò Fagioli dura quindi da allora.
Che giocatore è Nicolò Fagioli
Di anni ormai ne son passati quattro o cinque, il suo talento non è ancora sbocciato definitivamente ma nel contempo è ancora lì, pronto a mostrarsi a chiunque ne sia alla ricerca.Nel corso di questi anni, tra l’altro, il talento oggi in forza alla Cremonese sta compiendo una mutazione genetica non di poco conto. Nato trequartista rifinitore abile a giostrare nei mezzi spazi tra le linee di centrocampo ed attacco per cucire il gioco ed ispirare le punte, sta evolvendosi in centrocampista dal baricentro medio più basso, un giocatore di lotta e di governo, in grado di cantare e portare la croce. Il tutto, però, senza rinunciare a giocate d’alta classe.
Interno di centrocampo dalle misure abbastanza contenute (non arriva al metro e ottanta, e pesa circa settanta chili), è però cresciuto a livello di doti condizionali, sviluppando quel po’ di forza e di esplosività necessarie a chi vuole fare il calciatore professionista ad un certo livello. Centrocampista moderno che ama attaccare l’avversario in avanti, secondo i dati Soccerment porta più di 2 tackle e quasi 1 intercetto a partita, recuperando 8 palloni e mezzo. Numeri non disprezzabili per un giocatore nato col 10 sulle spalle, e che nel corso della carriera ha arretrato il suo raggio d’azione. Le sue peculiarità sono comunque, ovviamente, relative alla fase di possesso.
In questo campionato ha già servito 6 assist (secondo miglior risultato ad oggi, dietro ad un’altra papabile Cotta di B come Partipilo), 0,37 in media a gara, con ben 1,66 chance create ogni novanta minuti, ovvero quasi l’11% di quanto fa l’intera Cremonese ogni partita (e parliamo della squadra attualmente seconda in classifica). Sebbene non dribbli tanto quanto lo stesso Partipilo (che del resto gioca anche in un ruolo diverso), Nicolò Fagioli tenta 2,64 dribbling a partita, portandone a compimento i due terzi. Non sono molti i centrocampisti che hanno completato più dribbling di lui nel corso di questa Serie B. Parliamo di un ragazzo che ha tempi di gioco ed ha personalità nel trattare il pallone, cosa tutt’altro che scontata e che spesso può fare la differenza nel decidere il livello di una carriera.
Evidentemente non è Pirlo, di cui non ha in primis il lancio chirurgico da quarterback più che da regista, ma nel contempo è più rapido nello stretto, oltre che ritmico nella sua dinamicità. La giocata con cui mi stregò – letteralmente il primo pallone che gli vidi toccare, è una cosa che continuo a trovare assurda ogni volta che la penso – dice molto delle sue qualità. Anche di più dice di lui la naturalezza con cui si muove in campo, si destreggia tra gli avversari, armeggia col pallone tra i piedi, danza sul manto erboso per dipingere calcio.
Che giocatore può diventare Nicolò Fagioli
Avendo portato la sfera di cristallo a lucidare non so dirvi fino a dove arriverà la carriera di Nicolò Fagioli, ma ripensando un po’ a giocatori simili che ho visto in passato credo che di lui si possa immaginare sia tranquillamente in grado di ripercorrere le orme di Stefano Sensi. Poi certo: tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, e per arrivare a confermarsi a quei livelli serve anche tantissimo lavoro, non basta il talento. Ma credetemi quando vi dico che questo ragazzo è un talento “vero”, come pochi altri ce ne sono nel giro della nostra under 21 attualmente. Se nel Klondike gli emuli di Zio Paperone cercavano l’oro, noi osservatori passiamo giornate intere alla ricerca del talento.
Certe cose sono difficili da spiegare, ma per noi – al netto dell’uso dei dati, che è e sarà sempre più importante – sono le sensazioni il nostro tesoro.
E la sensazione che ti dà vedere Nicolò Fagioli dipingere calcio si avvicina abbastanza a quelle che ti può far provare il veder giocare un predestinato.
di Francesco F. Pagani (@sciabolataFFP)