L’organizzazione di gioco del Napoli è la chiave dei successi difensivi
Il Napoli è la squadra che ha mantenuto più volte la porta inviolata in Italia e la seconda nei cinque maggiori campionati europei dietro il Man City
Con appena 16 gol subiti nelle 24 gare di campionato finora disputate, il Napoli si conferma essere la miglior difesa della Serie A. Di media subisce una rete ogni 135 minuti, statistica visibile guardando anche ai clean sheet ottenuti da Ospina e Meret. Il portiere colombiano è primo nella relativa classifica dei clean sheet: ben 11 volte ha mantenuto la porta inviolata nelle 20 apparizioni di campionato. Meret, a sua volta, ha tenuto a zero i gol subiti in 2 occasioni nelle 4 partite in cui è sceso in campo.
Con 13 clean sheet stagionali, il Napoli è distante solo una lunghezza dal risultato ottenuto in tutto lo scorso campionato sotto la guida di Gattuso. E non solo: nei top 5 campionati europei, solo il City di Guardiola ha fatto meglio con 14. Vediamo i principali motivi che rendono la difesa del Napoli così solida.
Perchè subisce pochi gol?
L’organizzazione di gioco del Napoli è la chiave dei successi difensivi. La squadra allenata da Spalletti è la prima per possesso palla, con circa 30 minuti di possesso effettivo medio per gara. Ne viene di conseguenza che le occasioni per gli avversari di segnare siano molto minori rispetto a qualsiasi altra squadra. Infatti risulta ultima – cioè la migliore – per Expected Goals Against (ossia i gol che ragionevolmente una squadra avrebbe dovuto subire) con quasi 4 reti di differenza dal Torino, seconda in questa statistica raccolta da Soccerment. Oltre a ciò, bisogna aggiungere le ottime prestazioni offerte fin qui dai due portieri, Ospina e Meret, che di media effettuano rispettivamente 2,5 e 2,75 parate P90.
La linea a quattro davanti al portiere ha subito diversi cambiamenti nel corso del campionato, ma ha sempre garantito un’ottima solidità. Si era partiti con l’idea di Koulibaly e Manolas come coppia centrale titolare, ma gli errori del greco nelle prime uscite hanno portato al cambio con Rrahmani, che si sta affermando come un buonissimo centrale. Per via di un infortunio e della successiva Coppa D’Africa, lo stesso Koulibaly non scende in campo dalla 15° giornata contro il Sassuolo e il suo sostituto Juan Jesus è stato in grado di rimpiazzarlo egregiamente. Nel 2022, la coppia Juan Jesus e Rrahmani ha incassato appena 2 gol, risultando la migliore della Serie A in questo primo scorcio di anno.
Cosa cambia con il ritorno di Koulibaly?
Ora che la Coppa D’Africa è finita, ci si aspetta di buon grado il ritorno dal primo minuto di Koulibaly, magari già dalla prossima decisiva partita di campionato, Napoli-Inter. Si potrebbe fare un confronto statistico tra Juan Jesus e il senegalese, ma emerge che a livello difensivo il brasiliano ha sostituito in maniera quasi perfetta il suo compagno di squadra. Parlando in termini di prestazioni P90, tra i due c’è un sostanziale equilibrio per quanto riguarda il numero di palloni intercettati, contrasti vinti e tackle vinti. La differenza principale viene fuori in relazione ai punti conquistati: con Koulibaly in campo, il Napoli ha viaggiato ad una media di 2.5 punti a partita, contro i 1.7 di Juan Jesus.
La leadership del senegalese è una qualità indiscutibile che permette alla squadra di offrire sempre quel qualcosa in più. Sempre con Koulibaly in campo, anche la media reti subite si abbassa: con lui 6 reti concesse in 1236 minuti, meno di una ogni due partite e nessuno in Serie A possiede una media così bassa tra quelli che hanno disputato almeno 1000 minuti. Dei 13 clean sheet ottenuti in Serie A, ben 9 sono avvenuti con lui al centro della difesa. La presenza di Koulibaly non solo riguarda la fase difensiva; una caratteristica del suo gioco è anche quella di accompagnare talvolta l’azione offensiva con un’accelerazione palla al piede o con un inserimento senza palla per scardinare le linee avversarie. Non a caso è uno dei pochi difensori centrali titolari che tenta il dribbling quasi una volta P90. Questo non è sicuramente nei mezzi tecnici di Juan Jesus, che nelle 14 presenze di Napoli non si è mai approcciato ad un solo dribbling.
Anche Anguissa torna in squadra
Per i motivi analoghi a quelli di Koulibaly, nello stesso periodo il Napoli si è trovato a dover sostituire il centrocampista Zambo Anguissa, arrivato in estate dal Fulham. Spalletti ha deciso di fare affidamento su Stanislav Lobotka, che sotto la guida Gattuso non era mai stato protagonista. Di certo, le caratteristiche di Lobotka e Anguissa sono decisamente agli antipodi. Il centrocampista slovacco appartiene alla categoria dei palleggiatori, molto abile nello smarcarsi dall’avversario di turno e farsi dare palla. In Serie A, nessuno giocatore smista tanti palloni quanto lui in termini P90 e oltretutto difficilmente viene derubato del pallone (accaduto appena 5 volte in campionato). La sua presenza nell’undici titolare è vitale per mantenere quel esorbitante possesso palla con cui il Napoli governa le partite e gli permette di prendere meno gol.
Dall’altra parte Anguissa offre (anche) quella prestanza fisica che, tolto lui, manca tra i centrocampisti partenopei. Anguissa è infatti il giocatore che per distacco vince più duelli e duelli aerei P90 nel centrocampo del Napoli. Non solo, il camerunense si applica più di tutti in fase offensiva tra quelli che occupano le posizioni di mediani: è il primo per dribbling tentati (3.14 P90) e riusciti (2.22 P90). Si espone entrando spesso in area avversaria, dove arriva a toccare il pallone fino a 2 volte per partita, meglio dei suoi compagni Ruiz e Lobotka che difficilmente si approcciano all’area avversaria. Queste caratteristiche avevano stregato i tifosi napoletani nelle prime giornate, tanto che Anguissa era diventato imprescendibile. Ora tocca a Spalletti scegliere quale dei due sia la migliore spalla per Fabian Ruiz, pur sapendo che tra i due ci sono evidenti differenze a livello di gioco.