Cristiano Ronaldo (ancora) da record: nessuno più presente di lui in Champions League
Il numero 7 del Manchester United, Cristiano Ronaldo infatti è diventato il giocatore più presente nella storia della Champions League
Grandi parate, triangolazioni, acrobazie, sprint sulla fascia: da appassionati di calcio apprezziamo tutto ciò che il campo ci regala dal vivo ed in tv. Un aspetto quasi altrettanto interessante però sono le statistiche e i record, e ieri sera all’Old Trafford un pezzetto di storia è stato scritto.
Il numero 7 del Manchester United, Cristiano Ronaldo infatti è diventato il giocatore più presente nella storia della Champions League. 182 presenze, 178 escludendo i preliminari, che gli permettono di staccare Iker Casillas (fermo a 177+4). Era questione di tempo, visto che il campione portoghese ha davanti a sé tutta la presente competizione e probabilmente almeno altri due o tre anni ad alti livelli, ma Cristiano ha deciso di celebrare il record secondo il suo stile: con un gol, per giunta al 95’, contro la squadra che a maggio aveva vinto proprio ai danni del Manchester United l’Europa League. Forse se fosse stato in campo all’epoca il risultato sarebbe stato diverso, del resto i pronostici di calcio con Ronaldo dall’inizio sono invariabilmente diversi rispetto a quando è assente. Anche se buona parte del merito del risultato dello United nell’ultima di Champions va allo straordinario gol di Alex Telles, una rete che si candida di forza al Puskas Award. Da vedere e rivedere.
Grazie alle riforme degli anni ’90 e dei primi 2000, le partite di Champions sono aumentate rispetto alle decadi precedenti e numeri simili possono essere raggiunti soltanto da giocatori della presente generazione. I nomi che seguono Cristiano nella graduatoria sono infatti tutti talenti che ci hanno emozionato negli scorsi anni ed in alcuni casi continuano a farlo: oltre al portiere spagnolo vi sono Xavi Hernandez, Ryan Giggs, Lionel Messi (a 151, l’unico che può sperare di insidiare il suo primato anche se appare difficile), Raul Gonzalez, Paolo Maldini. Uomini che hanno giocato ad altissimi livelli per un ventennio o quasi.
La prima presenza di Ronaldo risale al 2002 o, se si vogliono escludere i preliminari, al 2003. Nel primo caso l’evento coincise con la sua prima partita da professionista, come riporta il sito dell’UEFA: fu uno Sporting Lisbona – Inter terminato 0-0. Il secondo esordio, la prima di 178 presenze nella fase finale, fu un anno dopo con il Manchester United e coincise con una sconfitta per 2-1 a Stoccarda.
Ci sarebbero poi i gol: Cristiano Ronaldo ne ha segnati 136, 137 se si considerano i preliminari. Anche in questo caso più di chiunque altro, anche se il primato c’era da tempo. Per sette volte è risultato capocannoniere della competizione e a lui appartiene il record di reti in una singola stagione (17, nel 2013-14). Parlare di gol quando si discute di questo giocatore è tuttavia riduttivo, e noi in questo contesto preferiamo porre l’accento su come il portoghese stia disputando quasi senza infortuni la ventesima stagione da professionista. Segnata già da settembre da un ulteriore record: da mercoledì sera la storia della Champions League e la carriera di Cristiano Ronaldo sono ancora più intimamente legate.