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Juventus, chi raggiungerà la doppia cifra di goal?

In assenza di un finalizzatore puro, quali giocatori potranno ereditare le reti garantite da Cristiano Ronaldo?

Partiamo da un dato: 37,4%. Nei tre anni a Torino Cristiano Ronaldo ha mediamente realizzato il 37,4% dei gol della Juventus in campionato. Nell’anno di Maurizio Sarri addirittura 42,47% dell’intero fatturato offensivo bianconero in Serie A. In assenza del meraviglioso finalizzatore portoghese, uno dei più spietati che il gioco abbia mai avuto, Allegri deve cercare uomini in grado di raggiungere la doppia cifra.

Chi in doppia cifra con Cristiano?

Nel triennio in Italia solo due giocatori sono stati in grado di sfiorare le dieci reti in campionato al cospetto del primo marcatore juventino. Nel 2018/19, il primo di CR7, Paulo Dybala si è fermato a 5 e Mario Manduzkic a 9. L’impatto di Cristiano sullo stile di gioco della Juventus lo si intuisce immediatamente confrontando le cifre del talento argentino nell’anno precedente all’arrivo del cyborg di Madeira: 22 reti con Allegri nel 17/18, 5 l’anno successivo in 30 presenze. Mario Mandzukic è stato l’unico giocatore a beneficiare della presenza di Cristiano poiché l’unico in grado di occupare l’area di rigore. Con il raddoppio sistematico di marcatura su Ronaldo spesso il croato si è ritrovato in situazioni favorevoli a pochi metri dalla porta.

Tra Allegri, Sarri e Pirlo l’unico che è riuscito a far convivere Dybala e Ronaldo preservando l’efficacia offensiva del numero 10 è stato Maurizio Sarri, genio del gioco che è sceso (giustamente) a compromessi pur di riempire la bacheca. Il tridente composto dall’attuale tecnico della Lazio prevedeva Ronaldo sulla sinistra (pur non essendo più un’ala pura), Dybala al centro e un lavoratore tutt’altro che eccentrico come Bernardeschi sulla sinistra. A centrocampo risultava indispensabile Blaise Matuidi per coprire le mancate corse all’indietro di Ronaldo in fase difensiva. Così facendo – rinunciando anche al principio della pressione alta – la Juve in fase di non possesso si ricomponeva con un 4-4-2 allargando Matuidi sulla sinistra e Bernardeschi sulla destra. Pochi compiti difensivi di Dybala – per lo più da schermo sul play avversario –. Nessuna indicazione per Cristiano, pronto a ribaltare subito il fronte. In questo modo la centralità offensiva di Dybala è rimasta intatta e il giocatore argentino ha raggiunto e superato di poco le dieci reti in campionato (11), condite anche da 6 assist. Nello stesso anno anche Higuain si è avvicinato alla doppia cifra (8), nonostante il minutaggio ridotto e la condizione fisica non sempre impeccabile.

Nell’ultima stagione di Ronaldo a Torino la confusione tattica è stata una costante fin dalle prime uscite stagionali. Dybala si è infortunato al ginocchio ed è stato indisponibile più di tre mesi e Morata ne ha beneficiato sia in termini di minutaggio che di cifre realizzative. Lo spagnolo è stato l’unico ad avere raggiunto la doppia cifra in campionato (anche lui 11 reti), condita anche da 9 assist. L’esplosione di Chiesa ha addirittura oscurato Ronaldo in alcuni momenti della stagione: nelle due partite degli ottavi di Champions League contro il Porto il giocatore italiano è stato il vero trascinatore di una squadra disattenta e senz’anima. Con 8 reti in campionato e 14 complessive in stagione Federico Chiesa è stato l’attaccante aggiunto della squadra di Pirlo.

Nel triennio di CR7 a Torino, il secondo violino dell’attacco non è mai andato oltre gli 11 gol in campionato.

Juventus 2021/22: chi andrà in doppia cifra

Sebbene Allegri sia un ottimo allenatore, un vincente per definizione e un calibratore di emozioni, il lavoro che dovrà svolgere nella sua seconda esperienza alla Juventus non è per nulla riconducibile a ciò che ha affrontato al primo anno del suo primo mandato. Nel 2014/15 Allegri ereditava una squadra tre volte campione d’Italia con un impianto tattico definito e codificato grazie al triennio di lavoro con Antonio Conte. Lavorando su una base granitica per attitudine al lavoro e per mentalità Allegri non ha modificato l’assetto per circa sei mesi, lavorando con piccole correzioni per risultare competitivi anche ai massimi livelli europei.

Allo stato attuale delle cose la Juventus non ha un sistema di gioco di riferimento, negli ultimi due anni ha cambiato due allenatori e ha anche perso l’uomo che mediamente ha realizzato il 34,7% delle reti stagionali della squadra. Sono andati via campioni come Matuidi, Khedira, Barzagli e Pjanic e sono stati rimpiazzati con giocatori di livello nettamente inferiore (Rabiot e  Ramsey su tutti). La squadra ha perso abitudine alla vittoria e gli avversari non si spaventano più all’idea di affrontare la Juventus in campionato (chiedere a Benevento ed Empoli).

Riorganizzare le carte in tavola, definire un’identità e ridistribuire le responsabilità in campo sono solo alcuni dei punti della to do list di Allegri. Il tutto in poche settimane, considerando che il tempo corre e che le altre squadre sono molto più attrezzate degli avversari che Allegri ha affrontato nel suo primo mandato juventino (l’eccezione fu il Napoli di Sarri e il famoso scudetto perso in albergo).

Numericamente (e solo numericamente) Cristiano Ronaldo è stato rimpiazzato da Moise Kean. I due giocatori hanno giocato insieme una sola stagione (la prima di Ronaldo), e Kean in 13 presenze mise a segno 6 reti in campionato attirando su di sé gli occhi di mezza Europa. Per esigenze di bilancio il classe 2000 fu poi ceduto all’Everton per una cifra intorno ai 27 milioni di euro. L’attaccante italiano non può essere una certezza di rendimento (e di cifre realizzative) non avendo mai disputato un campionato intero da titolare nella sua carriera. Nonostante questo ha sempre dimostrato di essere mortifero negli ultimi metri in area di rigore e può risultare utile perché in grado di ricoprire più di un ruolo (Roberto Mancini lo ha schierato spesso largo a destra).

Kean, però, ha 21 anni e, nonostante abbia registrato i suoi miglior numeri con Allegri, non può reggere da solo il peso dell’intero attacco della Juve. Per questo motivo Alvaro Morata è chiamato a una stagione da protagonista assoluto. Gli 11 gol dell’anno scorso devono diventare almeno 15 senza ridurre la generosità e il numero di assistenze ai compagni. L’attaccante spagnolo a Ottobre compirà 29 anni e nella sua carriera – escludendo il Real Madrid Castilla – ha toccato le 15 reti solo una volta nel 2016-2017 con la maglia del Real Madrid. Un secondo o addirittura terzo violino al servizio del finalizzatore principe.

Paulo Dybala ha salutato Cristiano con un post sui vari social. Nella foto scattata in spogliatoio Dybala alza il pollice in su mentre Cristiano usa l’indice della mano destra per indicare il giocatore argentino. Un messaggio subliminale, un passaggio di consegne. Ora il Cristiano sei tu. Difficile per la Joya arrivare ai 27 gol di media di Cristiano Ronaldo, ma è lui il riferimento della Juventus. Allegri lo ha responsabilizzato subito dal primo giorno in conferenza stampa, la società ha riavviato la trattativa per il rinnovo. Dybala, come Morata, è chiamato a dare un segnale forte dal punto di vista caratteriale e di conseguenza realizzativo. I rigori e le punizioni, soprattutto le punizioni, saranno nuovamente compito dell’argentino. L’obiettivo minimo sono i 15 gol. Parliamo di minimo.

Il centrocampo juventino è stato il punto di forza nell’ascesa italiana ed europea di Conte e Allegri. Pogba, Marchisio, Pirlo e Vidal componevano uno dei tre reparti più forti d’Europa. Nel tempo sono stati rimpiazzati da Khedira, Matuidi e Pjanic riducendo l’impatto fisico e qualitativo ma mantenendo alta l’affidabilità nel corso della stagione (Khedira è anche arrivato a 9 reti in un unico campionato). Il cambio generazionale è stato (fin qui) disastroso: Ramsey in due anni è rimasto in campo per almeno 80 minuti solo tre volte, Rabiot ha avuto un primo anno sinistro e un secondo leggermente accettabile (ma comunque distante dalle aspettative) e Bentancur è alla ricerca di sé dopo essere stato schierato davanti alla difesa per un’intera stagione. McKennie, invece, tra un festino in piena pandemia e una maratona dei film di Harry Potter è risultata una piacevole sorpresa realizzando 5 reti in campionato nella sua prima stagione. Il ventitreenne americano è ‘’un centrocampista offensivo’’, ha dichiarato Allegri. Da lui l’allenatore si aspetta la doppia cifra. Obiettivo difficile da raggiungere, ma alzare l’asticella permette ai giocatori di non accontentarsi. Migliorare anche di poco le 5 reti della scorsa stagione significherebbe tanto per un reparto che per caratteristiche non garantisce tanti gol (l’unico sarebbe Ramsey. Sarebbe).

Nelle ultime due stagioni la Juventus ha puntato fortissimo su due esterni d’attacco spendendo circa 90 milioni (fra prestiti, obblighi di riscatto e bonus) per Dejan Kulusevski e Federico Chiesa. Il primo ha leggermente deluso le aspettative, mentre il secondo ha conquistato tutti in poche settimane. Uno dei due – più probabile Chiesa – deve necessariamente raggiungere la doppia cifra. Insieme hanno tutte le possibilità per raggiugere i 20 gol (l’anno scorso 13 in due).

Dybala e Chiesa sono i due giocatori più importanti della nuova Juventus quando si gioca nella metà campo avversaria. A Morata e Kulusevski è chiesto un contributo maggiore, mentre Kean e McKennie sono le due mine vaganti con grande potenziale offensivo ma con poche certezze in continuità di rendimento. Il non citato è Cuadrado, il miglior giocatore dell’ultima stagione, il regista offensivo laterale della Juventus e il factotum irrinunciabile. Se Cuadrado nella nuova Juve di Allegri dovesse occupare la posizione di esterno alto (come successo a Udine nella prima di campionato) anche lui potrebbe avvicinarsi alla doppia cifra.

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