Tammy Abraham è adatto al calcio italiano?
Conosciamo meglio Tammy Abraham, l’attaccante del Chelsea che piaceva all’Atalanta e piace alla Roma. Velocità e fiuto per il goal le sue migliori qualità
Il Chelsea ha messo alla porta l’ennesimo talento cresciuto nel proprio settore giovanile. In questo caso ci riferiamo all’attaccante Tammy Abraham, che negli ultimi giorni è stato accostato a diverse squadre italiane. Le ultime voci riportano di un incontro a Londra tra il suo agente e la dirigenza della Roma. Ed è proprio l’allenatore giallorosso Josè Mourinho uno dei primissimi estimatori del giovane inglese; in tempi non sospetti, quando gli chiesero se il Chelsea avesse bisogno di un nuovo attaccante, lui sentenziò: “No, hanno Tammy Abraham. È pronto.”
Chi è Tammy Abraham
Tammy Abraham compirà 24 anni il prossimo 2 ottobre, e nel mentre ha già messo a segno 90 gol in appena 209 presenze tra i professionisti. Espresso in numeri, in carriera viaggia ad una media di 0,43 gol a partita. Dopo il debutto tra i grandi contro il Liverpool, viene mandato in prestito per 3 anni consecutivi: il primo anno è al Bristol in Championship, dove realizza 23 reti in 41 presenze, stabilendo il record di teenager con il più alto numero di gol in un singolo campionato di Championship. L’anno successivo torna in Premier allo Swansea, ma è poco più di un’esperienza formativa (31 presenze e 5 gol). Il ritorno in Championship e la rinascita; con la maglia dell’Aston Villa mette a segno 25 reti in 37 presenze di campionato, garantendo alla squadra un posto nei playoff, poi vinti in finale contro il Derby County di Frank Lampard. La particolarità di questi gol è che sono stati segnati tutti da dentro l’area di rigore, prevalentemente con il suo piede preferito: il destro (16 su 25).
Nell’estate del 2019, in virtù del blocco del mercato imposto dalla Fifa al Chelsea, viene mantenuto nella rosa dei Blues. Tra tutte le competizioni realizza 18 reti nel suo primo anno e 12 nel secondo. Nessun altro giocatore della squadra ha segnato quanto lui nello stesso periodo. È stato anche in grado di realizzare una tripletta in Premier League, diventando il più giovane di sempre a farlo con la maglia del Chelsea.
Perché il Chelsea vuole venderlo?
A Londra, il ragazzo ha trascorso due periodi molto diversi tra loro: il primo coincide con l’arrivo di Frank Lampard alla guida del club. L’allenatore inglese si era già distinto per l’ottimo impiego dei giovani nelle sue squadre, e Tammy Abraham è diventato proprio uno di loro. Sotto la guida Lampard, l’attaccante colleziona 79 presenze, mettendo a segno 29 reti delle 30 totali nel club. Oltre a segnare, Abraham garantiva un’ottima velocità per le ripartenze e mostrava intelligenza tattica nel capire come occupare l’area di rigore, a dispetto dell’età. Nonostante il metro e novanta di altezza, non è il fisico la sua arma principale, bensì la rapidità con cui si muove; più di una volta i suoi gol sono arrivati anticipando i difensori grazie alle lunghe leve di cui è dotato.
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Il secondo atto da giocatore del Chelsea corrisponde con l’avvento di Thomas Tuchel in panchina. Sotto l’allenatore tedesco, scende in campo appena 7 volte e sigla una rete in FA Cup al Barnsley. Troppe le lacune secondo il tecnico: in particolare il difetto maggiore di Tammy Abraham è il gioco. Nelle stagioni a Londra la sua percentuale di passaggi riusciti è bassa. Circa 66% il primo anno e 73% nel secondo: medie tra le più basse della squadra. Tuchel aveva deciso di dare un’impronta difensiva alla squadra (e ci è riuscito, come dimostrano i 19 clean sheet nelle sue 31 panchine), e Abraham peccava anche in questo particolare; una buona fase difensiva parte dal sacrificio degli attaccanti e nelle due stagioni al club ha raccolto statistiche poco incoraggianti sul recupero palla: nella relativa classifica tra i membri della rosa è stato penultimo nel 19/20 e ultimo in quella appena trascorsa per palloni recuperati.
Chi lo prende, cosa trova?
Tammy Abraham deve ancora finire la sua maturazione, che deve arrivare dal punto di vista del gioco. Quando gli è stata data fiducia, l’ha sempre ripagata a suon di gol. Prima in Championship, poi nella prima stagione al Chelsea. Il campionato italiano troverebbe un giocatore molto abile dentro l’area di rigore e temibile nelle ripartenze, merce rara in Serie A. La dote messa maggiormente in mostra da Abraham è sicuramente la capacità di fare gol; è molto spesso nel posto giusto al momento giusto. Nel contesto adatto, cioè in una squadra che serve molte occasioni agli attaccanti, è un giocatore su cui puntare.
di Emanuele Zani