Il Liverpool guarda il presente ma pensa al futuro

Dopo un’annata deludente, la squadra allenata da Jurgen Klopp sta cambiando pelle a partire dal centrocampo

Jurgen Klopp allenatore del Liverpool

Jurgen Klopp lo aveva dichiarato subito dopo la brutta sconfitta di febbraio contro il Real Madrid: il Liverpool necessita di una seria ristrutturazione. L’andamento della stagione da poco conclusa è stato disastroso se paragonato anche solo all’annata precedente, coronata dai successi in Coppa d’Inghilterra e Carabao Cup. I numeri dalla Premier sono inesorabili: 19 realizzazioni in meno rispetto al campionato 21/22 e, soprattutto, 47 gol subiti rispetto ai 26 di un anno prima. Quinto posto in classifica che significa Europa League, eliminazione umiliante agli ottavi di Champions e uscita di scena ai quarti nelle coppe “secondarie”. Il Community Shield di fine luglio scorso non può rappresentare un bottino soddisfacente per una società abituata ormai a vincere con costanza, o quantomeno ad essere protagonista in tutte le competizioni.

I principali opinionisti inglesi – su tutti, l’ex bandiera dei Reds Jamie Carragher – hanno attribuito la débâcle a una maldestra gestione di quel reparto che viene comunemente considerato “il motore della squadra”: il centrocampo. Il trio composto da Henderson, Thiago e Fabinho ha riscontrato una sfilza di infortuni e ritardi di condizione. Anziché rimpiazzare adeguatamente giocatori cruciali come Lallana e Gini Wijnaldum e inserire a poco a poco giovani talenti, la società ha lasciato che lo stesso gruppo di calciatori invecchiasse all’univoco. E il vicecapitano James Milner, all’età di 37 anni, è stato chiamato troppo spesso a fare gli straordinari. Considerando poi che quest’ultimo, insieme a Naby Keïta e Alex Oxlade-Chamberlain, ha già lasciato il club come parametro zero, il presidente Tom Werner è dovuto correre ai ripari.

Be’, non ci ha messo tanto. Nel giro di un mese, il Liverpool ha ufficializzato gli acquisti di Alexis Mac Allister e Dominik Szoboszlai. Due centrocampisti giovani, forti e versatili – anche se ambiguamente votati entrambi all’attacco. Nel Brighton di De Zerbi, l’argentino ha svolto quasi soltanto il ruolo di trequartista nel 4-2-3-1, superando per la prima volta i 10 gol stagionali (12 in totale). Cifra che in realtà può solo migliorare, dal momento che in termini di xG nei 90 minuti le sue statistiche sono superiori persino a quelle di Kevin De Bruyne (0.3 contro 0.14), grazie a un’invidiabile shot accuracy (il 39.33% dei suoi tiri centra lo specchio della porta). Una percentuale di realizzazione ancora bassa, dunque, compensata da una solidità difensiva che lo vede vincere la maggior parte dei duelli (59.92%) e da una forte disciplina tattica. Il nuovo 10 di Anfield potrebbe essere, paradossalmente, la mezzala “di sostanza” del centrocampo di Klopp.

La fantasia, invece, dovrebbe essere affidata al numero 8: Dominik Szoboszlai. “Un acquisto per il nostro presente e per il nostro futuro” lo ha definito l’allenatore dei Reds, impressionato dall’educazione calcistica dimostrata al Lipsia e in nazionale. Szoboszlai è stato uno dei più prolifici centrocampisti offensivi della Bundesliga nella passata stagione, con 6 gol e 8 assist. Ancora una volta, però, giocando in una posizione più centrale rispetto a quella che probabilmente rivestirà in Inghilterra. Un acquisto che ricorda molto quello di Cody Gakpo per prospettiva, duttilità e predisposizione offensiva. Come riporta The Analyst, Szoboszlai è uno dei 14 giocatori del campionato tedesco capaci di creare oltre 100 occasioni da rete negli ultimi due anni (in media, 2.6 a partita).

Dominik Szoboszlai

Ma il dato che più di tutti dovrebbe intrigare Jurgen Klopp è sicuramente la sua capacità di riconquistare il pallone in zona avanzata (39 possessi “scippati” a meno di 40 metri dalla porta avversaria). Per l’allenatore che ha coniato il termine gegenpressing e ha basato la sua fortuna sulle transizioni offensive, l’ungherese è il tipo di calciatore ideale. In questo senso potrebbe sposarsi a meraviglia con Mac Allister, centrocampista periferico che non influenza pesantemente il gioco ma che si fa trovare nel punto giusto al momento giusto. Umile e ordinato l’uno, esplosivo e impulsivo l’altro. Mac Allister è quel supereroe che preferisce rimanere all’oscuro, non vuole essere necessariamente il game breaker della propria squadra. Szoboszlai può diventare il grandioso match winner che risolve le partite con una bordata da fuori (come il suo beniamino, nome sacro nel Merseyside, Steven Gerrard). Il lavoro del nuovo direttore sportivo Jorg Schmadtke è appena cominciato. Probabilmente ci sarà da inserire una terza pedina in mezzo al campo – Thiago Alcantara sembra destinato a cambiare aria. Ma i due nuovi acquisti soddisfano a pieno la necessità impellente di rinnovamento e in Inghilterra dicono che lo stipendio di Szoboszlai (sotto alle 125.000 sterline a settimana), insieme all’uscita di Firmino, Milner, Keyta e Oxlade-Chamberlain, potrebbe aiutare la società a ottenere il rinnovo di un pezzo da novanta come Trent Alexander-Arnold, in scadenza di contratto nel 2025. L’esempio di un club tornato a lavorare nel presente con un occhio sul futuro.

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