Chi sono i migliori teenager in Premier League
Una breve lista dei migliori giocatori della Premier League nati dopo il 2002 e un breve confronto con gli altri top cinque campionati europei
Permettere a dei teenager di esordire in competizioni importanti come la Premier League è motivo d’orgoglio sia per i club che per i giocatori stessi. Se da una parte c’è la consapevolezza di poter contare su uno youth system ben strutturato – e che in questo senso riesce a produrre molti talenti -, dall’altra i calciatori hanno la possibilità di calcare i campi della massima serie e fare esperienza fin dalla giovane età.
Che siano di nazionalità inglese o meno, poco ci importa: quali sono i migliori giocatori dell’attuale Premier nati dopo il 1° gennaio 2002?
Valentino Livramento
Scuola Chelsea, manco a dirlo. Se si mastica un minimo di calcio inglese, si è perfettamente a conoscenza del fatto che l’Academy dei Blues è una vera e propria fucina di talenti. La prima squadra conta elementi del calibro di Mason Mount, Callum Hudson-Odoi e Reece James, tutti titolari o comunque importanti nel progetto. Altri, come Tammy Abraham, stanno invece facendo la fortuna di squadre estere.
Tino Livramento (12/11/2002), in questo caso, si è accasato al Southampton per avere più minutaggio e si è affermato come uno dei terzini destri più promettenti della Premier. Probabilmente il suo nome non vi dirà granché ma, nell’undici di Ralph Hasenhüttl, il classe 2002 è comparso per 23 volte nel corso di questa stagione, di cui 22 da titolare. Detto in maniera molto schietta, prima dei vent’anni è tanta roba. Certo, non avrà ancora i numeri offensivi di un pari ruolo come Alexander-Arnold, ma i margini di crescita ci sono tutti. In campionato è a quota 1 gol e 1 assist, mentre è curioso il dato sui dribbling: 51 tentati e 27 riusciti.
Carney Chukwuemeka
Premiato come miglior giocatore 2021-22 dell’Academy dell’Aston Villa, Carney Chukwuemeka (20/10/2003) è un centrocampista abile in fase di rifinitura e nelle incursioni. Nel corso dell’attuale stagione ha raccolto 9 presenze in Premier League, con una media di 20 minuti a partita. Non male, contando che è riuscito a fornire un assist (a dicembre contro il Norwich).
Lanciato da Dean Smith prima e valorizzato da Steven Gerrard poi, a Birmingham è sicuramente uno dei prospetti più interessanti in vetrina, ma sembra che la volontà dei Villans sia quella di continuare a formarlo in casa.
Harvey Elliott
Se Jürgen Klopp lo ha voluto, un motivo ci sarà. Abbiamo avuto modo di citarlo in altre occasioni, ma mai come ora il suo nome è tanto importante. Parliamo del più giovane giocatore ad aver esordito in Premier League (a 16 anni e 30 giorni, quando giocava con il Fulham), passato ai Reds per un cifra poco superiore ai 5 milioni di euro.
Ala destra dal piede mancino, Harvey Elliott (04/04/2003) ha ricoperto il ruolo di mezzala destra nelle prime quattro uscite del 2021/22, per giunta con ottimi risultati. Dal baricentro basso e dinamico fisicamente, Elliott è abile palla al piede, ha personalità per cercare il tiro ma, allo stesso tempo, dispone di una discreta visione di gioco.
Avendo davanti un mostro sacro come Momo Salah, giocare nel suo ruolo naturale sarebbe stato pressoché impossibile, ma è proprio col fuoriclasse egiziano che il classe 2003 pareva aver sviluppato una sorta di alchimia. Le sovrapposizioni sulla destra erano molto frequenti e l’intesa con l’egiziano saliva rapidamente. Se la fortuna è cieca, però, la sfortuna ci vede benissimo: alla quarta giornata ha subìto un brutto infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per diversi mesi. Ad oggi conta 5 presenze e 3 da titolare in campionato, ma il futuro davanti a lui è luminoso.
Anthony Elanga
Dopo le vicende che hanno visto coinvolto Mason Greenwood, il traghettatore del Manchester United Ralf Rangnick – uno che di giovani ne ha lanciati a profusione – ha ritenuto opportuno permettere alla giovane ala destra Anthony Elanga (27/04/2002) di fare lo step successivo e salpare con la nave dei grandi.
Il florido settore giovanile del Manchester United, che nel 2019 ha tagliato il traguardo delle 4000 partite consecutive con un academy graduate tra i convocati, ha regalato agli occhi di tutti gli appassionati un talento davvero niente male. Parliamo di un giocatore brevilineo, abilissimo nel dribbling e nel creare gli spazi per imbucare i compagni o concludere a rete. Pecca sulla precisione passaggi ma, per i minuti giocati fino ad ora in Premier – 548 spalmati in 12 presenze -, ha una discreta produzione offensiva. Bravo a sfiancare i terzini avversari grazie alla velocità esplosiva e al cambio di passo, è in possesso di una tenuta fisica fuori dal comune per la sua età e di un’elevazione impressionante: oltre 150cm.
Cole Palmer
Ecco un nome che potrebbe diventare il prossimo pupillo di Guardiola. L’ex tecnico del Barcellona ha sempre lavorato in sinergia con lo youth system, facendo gravitare intorno all’orbita della prima squadra parecchi giovani interessanti.
Cole Palmer (06/05/2002), che ha capitanato l’Under-18 dei Citizens, fa della duttilità il suo punto di forza: è in grado di ricoprire più ruoli a centrocampo e, se parliamo di competizioni extra-Premier, si è già tolto la soddisfazione del primo gol in Champions League.
Joe Gelhardt
Il gioco offensivo del Leeds aiuterà la crescita di questo Under-20, senza ombra di dubbio: Joe Gelhardt (04/05/2002) è una punta di movimento, in grado di giocare anche da trequartista.
È presto per dirlo, ma i paragoni con Wayne Rooney sono frequenti (nonostante Gelhardt sia un mancino naturale), soprattutto per quanto riguarda la struttura fisica e il dribbling. Conta già 2 gol in 13 presenze, many more to come.
Il confronto con gli altri grandi campionati
Disclaimer: ovviamente, non dobbiamo pendere totalmente dal dato, poiché le sole presenze possono ingannare. Esempio pratico: un giocatore della squadra X che scende in campo per tutti i 90′ di un solo match avrà (presumibilmente) un impatto diverso rispetto ad uno della squadra Y che gioca 10′ per cinque partite consecutive.
Detto questo, quanto giocano i teenager in Premier League nel 2021-22? I numeri non mentono: il campionato inglese non domina, almeno per quel che riguarda le presenze: è all’ultimo posto tra i 5 grandi campionati con 153 partite totali (53 da titolare) e soli 7 gol totali, il tutto diviso tra 34 calciatori nati dopo il 2002.
È un raw data abbastanza magro se si considera che la Ligue 1 svetta su tutti con 689 partite giocate dai teenager, di cui 328 dal primo minuto, e 44 gol segnati (alcuni dei migliori marcatori li trovate in questo pezzo). Segue la Bundesliga – in possesso di diamanti grezzi come Wirtz e Musiala, oltre al più giovane esordiente della sua storia Moukoko – con 417 partite concesse agli adolescenti nel 2021-22 (205 nell’11 titolare) e 39 gol totali. Più defilata La Liga, quarta a quota 259 match (117 nello starting XI) e 18 golazos. In questo caso va dato un gran merito al Barcellona, che sta risorgendo dalle proprie ceneri e ha ben due teenagers (Nico e Gavi) con almeno 20 presenze in campionato (8 ragazzi in totale).
E la Serie A? Spesso non è vista di buon occhio in quanto a presenze riservate ai giovani. Le chiacchiere da bar, in questo caso, lasciano il tempo che trovano: il nostro campionato si piazza al terzo posto e recita: 322 partite, 137 dall’inizio. Le reti in A dei teenager sono invece 15. Udinese e Bologna si dividono la posta in palio per quanto riguarda le partenze da titolare dei loro ragazzi (26), seguite dal Venezia a quota 20 (su 25 partite totali, mica male). Se includiamo la Roma di Mou tra le big, scopriamo – con dispiacere – che è l’unica a credere negli Under-20. Atalanta e Lazio sono entrambe a 15, mentre gli adolescenti di Juventus, Milan, Inter e Napoli hanno raccolto 14 presenze sommate, di cui nessuna dal primo minuto.
Quali squadre di Premier schierano più teenager?
Come abbiamo potuto constatare, la Premier non sta concedendo moltissime occasioni ai propri teenager. Ci sono comunque dei club inglesi che valorizzano i prodotti del settore giovanile oppure i giovanissimi acquistati da squadre estere. Ne è un esempio il Wolverhampton che sta disputando, tra l’altro, un ottimo campionato: il club allenato da Lage annovera in rosa Ki-Jana Hoever, Fábio Silva e Luke Cundle. I tre formano una combo di 27 presenze totali che proietta i Wolves in testa tra tutte le squadre di Premier. Il primato per la produzione offensiva (in termini di gol) è diviso tra Manchester United e Leeds (con i sopracitati Elanga e Gelhardt) a quota 2 reti.
Oltre a Palmer, nel Manchester City hanno giocato qualche spezzone di partita anche McAtee e Delap. Oltre ai club che non hanno fatto scendere in campo nessun teenager, all’ultimo posto per presenze si piazzano Brentford, Crystal Palace e Tottenham, tutte a 1. Antonio Conte sa benissimo che Dane Scarlett è un giocatore da proteggere: già l’estate scorsa si parlava di una sua scalata nelle gerarchie di Nuno Espirito Santo, qualora Harry Kane fosse partito per in direzione Manchester.