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Come sono andati i primi due mesi di Rodrigo Bentancur al Tottenham

Sacrificato dalla Juventus per arrivare a Vlahovic, abbiamo dato uno sguardo ai numeri di Bentancur nelle sue prime settimane al Tottenham

Mentre i titoli di oggi se li prende Paulo Dybala con l’ufficialità del suo mancato rinnovo, noi vi raccontiamo di un altro ex Juve che ha “fatto le spese” dell’arrivo di Vlahovic. Per compensare proprio l’acquisto dell’attaccante serbo, Rodrigo Bentancur è stato il primo sacrificato da parte della dirigenza bianconera.

Ad accoglierlo a Londra, il Tottenham di Antonio Conte, che ci ha messo ben poco a consegnare al centrocampista della nazionale uruguaiana le chiavi della mediana Spurs. Scopriamo in dettaglio i numeri dell’esperienza di Bentancur, già da protagonista, con la nuova maglia del Tottenham.

Nel posto giusto al momento giusto

Prima di parlare di numeri, partiamo analizzando la rosa del Tottenham, e cerchiamo di capire perché Bentancur servisse come il pane alla squadra allenata da Antonio Conte.

Già dal primo momento nel quale il tecnico salentino ha varcato le soglie del centro tecnico di Hotspur Way, si è capito come certi giocatori non rientrassero più nel progetto. A lasciare gli Spurs durante la finestra di mercato invernale sono stati, nel reparto di centrocampo, Alli, Lo Celso e Ndombélé. Terminato il mercato in uscita, i tre mediani in rosa – Hojbjerg, Winks e Skipp – a rotazione sono stati impiegati dall’ex tecninco dell’Inter, senza però lasciare il segno. Paratici a quel punto ha colto al volo l’occasione dell’esubero in casa Juve, e vista la debole concorrenza in mezzo al campo, Bentancur si è velocemente guadagnato il posto da titolare, al fianco di Hojbjerg.

Il suo impatto, che poi analizzeremo tramite i numeri di questo suo primo mese inglese, è stato sicuramente positivo. L’impressione è che in un sistema rigido e ben definito come quello di Conte, Bentancur possa aver trovato la sua posizione ideale, abbinando a una discreta fisicità le ottime capacità di lettura delle giocate avversarie. Queste due sue qualità risultano perfette visto il gioco del Tottenham, che mantiene un baricentro basso con lo scopo di ripartire e di colpire in contropiede. Ma come vedremo, non è nella fase difensiva che Bentancur sta facendo vedere le cose migliori…

I numeri (migliori) di Bentancur con il Tottenham

Otto presenze di cui sette da titolare in campionato, per un totale di 613 minuti. Praticamente impiegato sempre con la sola eccezione della sconfitta in FA Cup nella quale ha riposato. Dal suo approdo in Inghilterra, Bentancur è secondo tra gli Spurs – dietro al compagno di reparto Hojbjerg – per passaggi completati (64.6 P90), con percentuali vicine al 90% su quelli tentati. Anche guardando le stats difensive, lo troviamo al secondo posto per palloni recuperati ogni 90′ (7.63 P90), e al quarto per duelli vinti a terra (2.5 P90). Numeri che sono leggermente migliori se paragonati a quelli in bianconero: con la Juve una media di 51.3 passaggi riusciti P90 e 6.7 palloni rubati P90.

In fase offensiva, il nazionale uruguaiano ha già fatto registrare 6 key pass e 2 big chance create (e qui la differenza è netta: 11 KP e 0 BC in oltre un girone con i bianconeri), trovando anche un assist per Harry Kane, nel recupero della 16esima giornata contro il Brighton.

Valutando l’esperienza a tutto tondo del centrocampista ex Juventus fin qui, appare evidente come Conte, nel suo campionato fatto di alti – vittoria all’Etihad sul City – ma anche di bassi – sconfitte contro Burnley, Wolves e Saints – abbia trovato in Bentancur un giocatore già “pronto all’uso” e compatibile con i suoi schemi di gioco. Ma soprattutto un giocatore più coraggioso di quello visto alla Juventus, capace di incidere in entrambe le fasi. Non c’è da rimpiangerlo, sia chiaro. A Torino il giocatore sembrava aver ormai fatto il suo tempo. Ora nel suo prossimo futuro c’è Londra e la Premier League, e se continuerà a garantire questo livello di prestazioni, il suo percorso al Tottenham potrà magari somigliare a quello che i tifosi della Juventus immaginavano a tinte bianco e nere quando arrivò dal Boca.

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